E' un film che ci sarebbe piaciuto amare questo Goran del croato Nevio Marasovic visto al Neuchatel International Fantastic Film Festival 2017. Un film immerso nel gelo invernale, in mezzo alla neve sporca dove la freddezza dell'anima cerca calore tra le bottiglie di whisky, di birra e nelle saune vaporose con gli amici. Un film in cui esplodono i rancori, le delusioni del futuro dopo cotanto passato, le famiglie in fieri. Dove la cecità dell'umanità è rappresentata dalla donna che non vede, che non può capire. Desiderata, abusata, la sua bellezza e la sua grazia fragile scorrono leggere sui drammi degli uomini sempre pronti a tradire, a fraintendere, a trasformare la frustazione in violenza, ad uccidere.
La storia parte dall'annuncio da parte della rossa musa cieca a Goran, il promesso sposo, della sua futura gravidanza. C'è un problema, Goran non è fertile, il suo seme non può procreare. A questo punto chi è il padre e perchè la ragazza pare così tranquilla ad annunciare all'uomo un prossimo figlio non suo? Il dramma e lo svelamento lo avremo in una baita dove si troveranno riuniti amici e parenti e dove tutti i segreti verranno svelati: omosessualità, padri retrogradi, amici traditori, accuse errate, fraintendimenti e tanto sangue... un gioco al massacro.
In questa melma putrida avremmo sguazzato volentieri se non che il regista rende il tutto troppo semplicistico superando spesso il limite del grottesco involontario e non è aiutato dalla pessima prestazione dell'attore protagonista, non in grado di sostenere un ruolo forte che rende poco credibile, che abusa in tic e reazioni artificiose.
Product placement particolare e locale con le insolite brand KOMATSU (ruspa per neve), sigarette YORK e tanta birra OZUJSKO. Infine un pick-up MITSUBISHI.