Ormai pare consuetudine che il passaggio dall'infanzia all'adolescenza e poi all'età adulta di donna, sia messo in cinema, da registe di sesso femminile di diverse parti del monto, tramite la trasformazione in "belva". Le metamorfosi di Ovidio ritornano nella visione moderna del mondo femminile.

Dopo la donna-tigre della Malesia, vincitrice del Neuchatel Film Festival 2023, la donna-toro della Camargue (Animale film in concorso al NIFFF 2024), arriva la più "tradizionale" lupa mannara della colombiana Camila Beltran nel suo Mi bestia pure in concorso quest'anno. 

Mila è una ragazzina che vive in una Bogotà periferica che, tra credenze fataliste (sta per arrivare un'eclissi e si parla di fine del mondo e arrivo dell'anticristo!), bigottismo generalizzato e sparizioni preoccupanti di ragazze del quartiere, comincia ad avere i provare i primi turbamenti erotici e sentimentali. Il suo corpo e la sua mente sono in condizioni di instabilità e incertezza, condizioni a cui contribuiscono una madre assente (lavora in ospedale di notte) e il compagno della genitrice, David, un predatore sedicente protettore. Mila si rifugia nei boschi e tra amati cani per trovare rifugio e forza per affrontare i propri sentimenti "squassati" dal cambiamento e dai pericoli di giovane donna indifesa e qui da Cappuccetto Rosso si trasforma il lupo... letteralmente. 

Con una scelta strutturale e visiva che ricorda i film indipendenti americani, tipo Jacqueline Dekker, la regista, già videoartista e si sente, fa dell'imperfezione del video a basso costo una scelta estetica. Un film interessante ma non per tutti.

Adidas e birra Leon i principali product placement del film.

Voto Barbacini 6,5

Voto Corti 6+