Al-Shafaq, when heaven divides della turca di nascita e svizzera di acquisizione Esen Isik inserito nella rassegna sul Cinema contemporaneo Svizzero che si può vedere gratuitamente sul sito della cineteca di Milano, è un film che si getta anima e corpo nella scottante questione islam e radicalizzazione e nel dramma dei profughi.
Due storie. Un vecchio padre, islamico che vive a Zurigo, è costretto ad andare in Turchia a seppellire il figlio morto in Siria, un bambino profugo in Turchia assiste all’incidente mortale occorso al fratello, unico parente rimastogli. Con salti temporali ben gestiti la Isik ci racconta come si è giunti ai due drammi.
Il padre è molto religioso e “gestisce” la famiglia con punizioni e controllo sui giovani figli impedendo loro di vivere una vita “occidentale” finchè il più giovane non entrerà in contatto con un reclutatore che lo avvierà all’estremismo e lo spingerà ad andare a combattere per la causa. Il bambino invece è costretto alla fuga assieme al fratello dopo il massacro del loro villaggio da parte delle “bandiere nere”. Nel campo profughi turco in condizioni di vita difficili succederà l’incidente fatale, una bombola che esplode e uccide il fratello.
L’incontro di due vite distrutte dal dolore diventa una nuova speranza con il loro incontro sperando che la burocrazia degli stati non la impedisca.
Un racconto che intreccia percorsi di vita con la politica internazionale dietro lo sguardo femminile di Esen Isik che evita ogni sentimentalismo, non fa morali ma getta, parlando principalmente tramite le figure di donne della moglie e della figlia del protagonista, un monito contro tutte le violenze e tutti gli estremismi. Contro la follia del mondo contemporaneo.
Fugaci apparizioni di product placement con Danisma e DHL, l’auto del protagonista è una Mercedes e Whatsapp e Messenger vengono citati.