Al terzo film visionato della personale di Ursula Meier (La ligne, il suo più recente) al Bergamo Film Meeting 2023, possiamo affermare con certezza che la regista cerchi sempre di evitare il banale mostrando da una prospettiva differente situazioni già affrontate dal cinema (e quali sono quelle che non sono mai state affrontate ormai?) come la disgregazione famigliare o l’ossessione di primeggiare e superare se stessi, e lo faccia con una scelta di attrici perfetta. L’ultima eroina del suo cinema è la cantante e attrice Stephanie Blanchoud che incarna con fisicità “maschia” una donna, Margaret, che non riesce a controllare la propria rabbia che si sfoga in atteggiamenti violenti nei confronti degli altri oltre il limite dell’autolesionismo.
L’inizio del film ci mette subito in “media res” con una lunga sequenza in ralenty in cui la nostra sfascia la casa che abita con la madre finendo per colpire quest’ultima mandandola in ospedale. Viene costretta da un giudice a non avvicinarsi alla madre per tre mesi a meno di 100 metri e per questo la sorella più giovane traccia una linea attorno alla casa che lei non può oltrepassare.
Questa distanza dai propri legami e i suoi atteggiamenti che ne hanno distrutto la carriera di promettente chansonnière costituiscono la trama del film che ci permette, appunto da una prospettiva insolita, di analizzare i legami in una famiglia borghese formata da una madre con una carriera da grande pianista alle spalle e un rapporto difficile sia con gli uomini che con le proprie figlie.
Un film a tratti potente, a tratti tenero. Un film semplice e complesso allo stesso tempo. La Blanchoud è supportata da una Bruni Tedeschi perfetta nel ruolo della madre.
Garage Dino e Centre Manor Monthey sono product placement locale, Marshall come spesso accade supporta i momenti musicali, una Lacoste viene regalata al nuovo compagno della madre, la Fiat è l’auto di famiglia e in un garage giace una Kawasaki.