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CINEMA
15 Ottobre 2024 - 20:05

LA SIGNORA, L'ATTRICE E IL RAGAZZINO

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May december (Todd Haynes, USA, 2023)
LA SIGNORA, L'ATTRICE E IL RAGAZZINO

E riecco Todd Haynes con i suoi film dall’aspetto vintage con cui indaga “la famiglia americana” e la psicologia dell’americano medio. Sì perché molti altri registi su una vicenda come quella narrata in May December (2023), ovvero la seduzione sessuale di una donna matura su un ragazzino di 13 anni, si sarebbero interessati soprattutto allo svolgersi dell’evento, Haynes invece ce lo svela lateralmente concentrandosi principalmente sulla psicologia della donna (Julianne Moore) ventiquattro anni dopo e su quella dell’ex bambino ora suo marito di trentasei anni, padre di tre figli.

Per fare questo utilizza un “doppio”, ovvero un’attrice che viene ad incontrare la famiglia per interpretare la donna in una fiction che deve raccontare proprio la sua vicenda, quella che invece Haynes non ci mostra. Questa attrice (Natalie Portman) ha la stessa età che aveva lei quando ha sedotto il tredicenne e all’inizio si accoda alla pubblica condanna della seduttrice (“ma è stato lui a sedurmi” dichiara in verità Gracie/Moore come fosse lei la minorenne plagiata). Infatti Gracie dopo esser stata sorpresa a far sesso con il giovanissimo ragazzino di origini coreane Joe, ha subito guai con la giustizia ed è mal vista da vicini di casa e conoscenti nonostante poi abbia sposato Joe e da più di vent’anni vivano insieme crescendo tre figli. Gracie aveva anche una famiglia precedente con un altro marito ed altri figli ad aggravare la sua “condanna morale” che è stata anche mediatica.

In tutto questo travaglio psicologico e etico il personaggio della Portman simboleggia da una parte la distanza che si vuol prendere per superiorità morale e dall’altra l’attrazione che invece il comportamento anomalo di Gracie suscita. Infatti se l’approccio è critico e consolatorio e la donna trattata dall’attrice come una “poveretta” che non ha saputo agire come avrebbe dovuto e la vede come una persona limitata, nel prosieguo si avvicina al marito desiderando di rivivere con lui “la storia”. Joe infatti le dirà che lui non è una storia da raccontare, ma un uomo con una vita da non compatire.

Il film diventa anche una elaborazione del senso del raccontare le “storie vere” di cronaca, si raccontano per dare esempi su come evitare deragliamenti verso il “male” o invece per vivere per interposta persona il piacere ambiguo che il “male” può darci come spettatori? Exploitation o opera morale?

Haynes sguazza in queste questioni al limite e ne presenta i “danni” che ne conseguono e le reazioni ambigue delle persone coinvolte (l’ex marito, i figli “abbandonati”, le figlie attuali che vivono con la cappa di disprezzo che resta perennemente sulla testa di Gracie). L’amore e il sesso non sono mai robe da trattare con sufficienza e cosa meglio del cinema ne può evidenziare le derive e le implicazioni psicologiche? (voto 6,5)

Piuttosto abbondante il produce placement dal Kmart citato all’inizio, al Mac Apple, due marche di televisioni, Samsung e Panasonic poi Jeep, Coca Cola e New Balance.

Stefano Barbacini

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