REALITY – Matteo Garrone (2012)
Metabolizzato il successo di Gomorra, Garrone torna alle sue storie di piccola gente, alle loro umili speranze, alle loro ossessioni.
Resta a Napoli, ma nulla della vicenda di Luciano, pescivendolo che si arrangia contribuendo a piccole truffe, ha pretese di ampio affresco di una società allo sfascio come nel precedente film del regista; qui invece torna ai suoi temi preferiti ovvero osservare con piglio quasi documentaristico i suoi personaggi affrontare una vita che non li soddisfa cercando di trovare la possibilità di scivolarvi attraverso. Purtroppo per loro sarà solo attrito e sofferenza.
Presentato come un film sui reality e sul Grande Fratello in realtà è come dire che il film di Ciprì “E’ stato il figlio” è un film sulla Mercedes… Infatti la popolare trasmissione rappresenta per Luciano quello che l’auto è per Nicola/Servillo, la possibilità di “esibire” un successo, un cambiamento di status sociale. Ma questo non nella sostanza (i due non saranno mai degli uomini “importanti” in maniera reale ma si accontenterebbero di “apparire” quello che, fondamentalmente, non sono).
E’ ciò che ci impone questa società ormai addirittura oltre Debord… una fabbrica di sogni di fama per uomini senza qualità preoccupati di quel che si deve mostrare di se’, di comportarsi come qualcun altro vuole. Perdere la propria privacy e la propria individualità per effimere speranze di ricchezza e successo. Non capire più la famigerata differenza tra l’essere e l’apparire, tra il vero e il falso, perdendo di vista se stessi.
Luciano è un pescivendolo estroverso ed indaffarato a campare con la propria famiglia e per compiacere le speranze dei figli fa un provino per il Grande Fratello. Intravvede la possibilità di essere scelto e da quel momento la sua vita cambia. Diventa ossessionato dalla televisione, sicuro che qualcuno incaricato dai network lo spii continuamente per capire se è degno di partecipare alla trasmissione. Nonostante sia evidente che non sarà tra i concorrenti ormai non riuscirà più a recuperare la propria stabilità e si rovinerà disfacendosi del proprio negozio e donando ai diseredati i propri beni perdendo anche l’affetto dei famigliari.
Garrone riprende il tutto col piglio dei suoi esordi ma con l’esperienza maturata negli anni mostrando che non sono passati invano questi anni di mestiere. Avvolge i personaggi con tenerezza praticamente senza colonna sonora. Passeggia assieme a loro.
Non invadente il product placement, potremmo affermare che il film è un veicolo per il GRANDE FRATELLO stesso ma, visto pare sia ormai accantonata una futura nuova edizione, la teoria non regge. Piuttosto scorgiamo durante i provini del programma all’interno di un centro commerciale SAKS FIFTH AVENUE brillare di luci al neon, per il resto qualche brand di vestiario e una tazzulella ‘e caffè KENON.