Un anziano uomo uccide a sangue freddo il commesso di una stazione di servizio poi si inoltre nel bosco, proprio dove la vittima gli aveva detto di non andare. Il “Devil’s den” è una parte di quel bosco maledetta. Lui maledetto lo è già quindi va incontro al suo destino che ha le fattezze di una ragazzina mostruosa che accetta (nel senso che uccide con un’ascia…) le persone che si avvicinano alla sua casa e poi se ne ciba.

Così inizia “The dark”, film in concorso al Neuchatel International Fantastic Film Festival 2018, fiaba nerissima che poco alla volta ci svela i misteri di queste due malvagità. L’uomo ha nascosto all’interno della sua auto un ragazzo con due enormi cicatrici al posto degli occhi. Il ragazzo è stato da lui rapito e soffre. La ragazzina, Mina, è una “zombie” di cui scopriremo a colpi di flashback un passato di violenza e morte. Vive sola in questa foresta che cela il male, il dolore e uccide chiunque.

Le solitudini dei due ragazzini si uniscono facendo crescere tra loro una affetto che, chissà, riuscirà a togliere un poco di quella dura scorza di violenza, sofferenza e odio che li racchiude.

Se la violenza e la mancanza di solidarietà della società è tale da creare mostri disadattati allora la stessa società deve temere che la violenza dei dimenticati ritorni come un boomerang a danno dei suoi membri, per questo non “innocenti” come siamo abituati a misurarli. Il regista austriaco Justin P.Lange ambienta il tutto in nordamerica ci va duro con la storiella non lasciando indifferenti.

North star gas è la stazione di servizio presso la quale si apre il film, pubblicità di Coca cola sullo sfondo, uno Zippo che fa danni, i cereali Rainbow hoops sono forse la madeleine che può riportare Mina alla vita di un tempo. I-phone chiude, imponendosi, il product placement.