Secondo giorno in streaming del festival del cinema svizzero contemporaneo con la proiezione del film Madame. così mentre Barbacini recensisce la personale dedicata a Lionel Baier, autore di Losanna che si rilevando interessante, a me continuano a capitare i documentari e dopo il mondo delle caffetiere con Moka noir, che recensirò fra poco, mi è toccato anche questo documentario biografico.
Devo decisamente scegliere meglio le sezioni da recensire ai festival!
Questo film di Stephane Riethauser si basa su una lunga chiaccerata intima fra il regista e sua nonna sulla loro vita e sulle loro esperienze sessuali.
Da una parte abbiamo la nonna che si era dovuta sposare con un uomo che non amava, al punto che era addirittura scappata la prima notte di nozze e, una volta riacchiappata e riportata a casa dalla polizia, era stata costretta dalla famiglia a sottomettersi ed obbedire al marito che vedeva nella donna una sorta di schiava che non doveva nemmeno istruirsi o leggere perchè non serviva a niente.
Dall'altra il nipote ha avuto un'adolescenza travagliata a causa dei suoi orientamenti sessuali.
Se i film di Baier sono, a loro volta, quasi documentari autobiografici raccontati attraverso il racconto cinematografico, il film di Riethauser, a parte i dialoghi con la nonna filmati per l'occasione, è un montaggio di foto e filmati d'epoca che mostrano il regista attraverso i suoi viaggi in giro per il mondo cercando di diventare un cineasta e di trovare la sua dimensione sessuale.
A parte il duplice messaggio, il film non sembra aggiungere niente ad altri documentari biografici e non su entrambi gli argomenti e, a parte la simpatia per l'anziana nonna, il film non riesce a creare empatia per il travagliato regista.
Marche presenti principalmente nei filmati di repertorio come la lattina di Coke nella foto del padre che va a trovarlo in America dove sta studiando per diventare cineasta mentre il padre lo vorrebbe probabilmente ad Harvard per potersi occupare un giorno della sua azienda.