Alexander ha undici anni e vive in una sorta di comune comandata da un solo uomo Gregori con le sue donne, i suoi bambini e i suoi polli.
Siamo in un luogo senza posizione o tempo. Non si capisce dove siamo: solo palazzi semi diroccati che ricordano quello di Citadel e negozi che ricordano gli anni '60 ma potremmo essere nel futuro.
Nella comune Gregori alleva i bambini a coltivare la terra, allevare i polli e a sparare per poter sopravvivere al mondo esterno che è ostile.
Di fatto Gregori utilizza i suoi bambini come sicari per eliminare alcuni abitanti della regione "al di fuori" senza ben specificare il perchè.
Sarà durante una di queste missioni che Alexander (che aveva cominciato a raccogliere oggetti dall'esterno) comincia ad avere dei dubbi anche grazie al dono ricevuto di una barretta di cioccolato (ottimo product placement purtroppo non abbiamo identificato durante la visione) e a prendere coscienza rispetto alla visione distorta del mondo che gli era stata inculcata.
Partisan è decisamente interessante, anche se un po' lento, e rientra di diritto in quella sorta di genere sul futuro per certi versi distopico tanto caro al cinema australiano che avevamo avuto modo di approfondire qualche anno fa in una sezione del NIFFF Neuchatel International Fantastic Film Festival. Peccato per il poco placement che in questo casi fa sempre la sua figura.