Dopo anni in cui il cinema iraniano è stato portato su tutti gli scudi critici per la sua autorialità neo-neorealista, in cui registi come Kiarostami, Naderi, Panahi, Fahradi sono stati riconosciuti tra i migliori autori del mondo cinematografico, la cosa si è un po’ quietata e sono sempre meno i film che giungono nelle sale italiane. Non arriverà molto probabilmente questo Pigs, presentato al Neuchatel International Fantastic Film Festival 2018, che fa parte della nuova tendenza dei registi persiani cioè quella di imbastire le problematiche del vivere in questa nazione in un telo di cinema di genere confermando come l’horror nasconda spesso dietro l’aspetto spettacolare un coté politico.
Pigs è un horror che si mischia alla commedia demenziale e al metacinematografico e sbanda da una parte all’altra della strada senza la linearità tipica del cinema iraniano tradizionale.
Un serial killer uccide i più famosi registi iraniani tagliando loro le teste e il protagonista, il loro collega Hasan, comincia a temere (o forse a sperare perché vorrebbe dire esser riconosciuto come regista di nome) di diventare la prossima vittima dell’assassino.
Accade poi che una star del cinema persiano e sua amante subisca la stessa fine dei colleghi di Hasan e succede che proprio il nostro diventi (tramite i soliti social network implacabili quando c’è da stigmatizzare qualcuno senza prove) l’accusato principale. Così oltre ai suoi già enormi problemi professionali (non riesce più a lavorare perché inviso alla nomenklatura) si aggiungono quelli personali. Il tutto finisce in un caos finale in cui violenza e gore fanno capolino ad opera di insospettabili (la madre del regista, personaggio folle e spassoso).
Girato tra i set di un kolossal storico e tra le pazze feste del jet set cinematografico iraniano, il film diverte, colpisce e mostra anche un aspetto non frequente del milieu artistico del paese. Non sarà un film perfetto ma noi ne abbiamo goduto parecchio.
Il protagonista oltre che appassionato di cinema è anche rocker incallito e sfoggia magliette varie di gruppi storici (AC/DC, Black Sabbath ecc.) e nel film vi sono inseriti vari brand, anche opposti, che non ci fanno capir bene come è strutturato il product placement. Ad esempio troviamo telefonini I-Phone ma anche Huawei, tablet Samsung e apparecchiature Sony. Abbiamo poi una racchetta da tennis Babolat e auto BMW. Twitter a causa dei danni che procura a Hasan ha un connotato di pubblicità negativa.