Anche quest'anno fra le personali scelte dal BFM nella sezione Europe Now! tre registi poco conosciuti in Italia: il greco Thanos Anastopouos, il franco islandese Dagur Kari e la franco algerina Dominique Cabrera.
Si parte alla grande con l'ultima opera della regista (non ancora uscita in Italia e di cui troverete la recensione completa nella sezione Europe del prossimo numero di Dy's Chronicles) Corniche Kennedy, un dramma giovanile ambiento a Marsiglia dove un gruppo di "fancazzisti" passa le sue giornate fumando Maria e buttandosi dalla scogliera Kennedy sfidando apertamente le forze dell'ordine che hanno anche il loro bel daffare a seguire un'organizzazione criminale dedita allo spaccio della cocaina ai quali il leader dei saltatori fa da autista.
Suzanne, una ragazza del luogo si unisce a loro e sbigoleggia fra i due capi banda facendoli ingelosire a turno.
Un film solare nel quale la regista, perennemente presente in sale, ha dichiarato di amare i personaggi di contorno e di osservarne tutte le sfaccettature che in questo caso vengono rappresentate nel modo in cui i corpi dei ragazzi si toccano, nuotano e torturano un povero polpo (che non è fra gli animali più sfortunati della sua filmografia basta vedere la povera mucca presa a martellate in testa dal protagonista di Folle Embelie) e fanno l'amore in mezzo ai campi. molto il product placement fra cui Lays, Quick, Peugeot, Lacoste e Armani.
J'ai droit a la parole è invece un'interessante documentario nel quale, i personaggi minori, tanto amati, si interrogano sulla progettazione di un piccolo parco per risanare una banlieu. Fra discorsi, incomprensioni e ragioni varie, un'opera prima sull'importanza dell'unità nei progetti comuni destinati a migliorare la vita di tutti.