E' iniziata l'edizione 36 del Bergamo Film meeting e nella sezione dedicata a Liv Ullman è stato presentato uno dei massimi capolavori del cinema di tutti i tempi. Rivederlo in una splendida copia sul grande schermo è emozione incredibile. E' uno dei pochi film per cui vorresti alzarti in piedi e chiedere a gran voce che vengano tolti i sottotitolI perchè deturpano la bellezza e l'intensità di quei primi piani con cui il duo Bergman/Nykvist hanno fatto scuola.
Nykvist fotografa utilizzando solo tre colori, il bianco, il nero e il rosso questo dramma borghese in cui il grande regista svedese affonda la sua lama devastante nella società dei suoi compatrioti. Tre sorelle più una serva. Il film è tutto al femminile, gli uomini "servono" solo per dimostrare quando sono pavidi e incapaci (il marito di Maria), sfuggenti (il medico, Erland Josephson, amante di Maria) o tremendamente esemplari di un ceto e di una società il marito di Karin (è l'archetipo dell'uomo per cui la gente è spinta alla rivoluzione...).
Quando la parte "umana" del trio, Agnes (Harriet Anderson), muore dopo lunghe sofferenze e con lei viene licenziata la serva Anna (Kari Sylwan) in qualche modo sostituta della madre delle tre sorelle, Karin (Ingrid Thulin) e Maria (Liv Ullman) si ritrovano a fronteggiarsi con le loro paure e le loro inapacità di accettare amore e tenerezza, sembrano avvicinarsi in una sequenza tra le più belle del cinema di sempre ma poi Maria rientra nel suo ruolo di perfetta manipolatrice che si barcamena con destrezza nelle convenzioni della società e Karin al suo autolesionismo e alla sua deficienza di empatia.
Sussurri e grida è in un qualche modo un horror (e non solo perchè vi è la dolorosa scena del taglio della vagina che si autosomministra la Thulin e la morta che temporaneamente risorge per parlare alle sorelle), ma un horror nel senso dreyeriano (l'influenza del maestro danese aleggia nell'aria per tutto il film) del termine. Un film in cui l'orrore a cui le protagoniste sfuggono non sono la violenza e il dolore ma i baci e le carezze.
Se davanti alle immagini di Nykvist (che si ispira senza nasconderlo ai pittori del rinascimento italiano) e alla densità del girato di Bergman qualcuno non riconoscesse il capolavoro che è Sussurri e grida, ebbene costui si merita la modernità delle serie tv.
Product placement nullo visto che il film è ambientato alla fine dell'800? Non proprio visto che fa un'apparizione uno splendido orologio da tasca CRESSON.