Di gran lunga il miglior film del concorso al Torino Film Festival 2019, Beanpole/Giraffa è l'opera seconda di Kantemir Balagov (l'ottimo esordio Tesnota è arrivato anche in Italia) e ha già vinto premi a Cannes e in altri festival asiatici.
Ambientato all'indomani della seconda guerra mondiale a Leningrado dove l'assedio della città ha visto popolazione e soldati patire la fame, odorare l'acre olezzo della morte e della putrefazione; uomini e donne sono stati mutilati, feriti e ne sono quelli che ne sono usciti lo hanno fatto psicologicamente distrutti.
Si narra la storia di due soldatesse amiche per la pelle che al ritorno dalla guerra si ritrovano, una vedova di guerra e l'altra (soprannominata giraffa perchè altissima e goffa) con problemi di epilessia. Si riuniscono come infermiere nel devastante ambiente dell'ospedale militare dove sono molti i casi di reduci che chiedono di essere uccisi perchè le ferite fisiche e psichiche sono insopportabili e a queste preferirebbero addirittura la morte. Le due amiche molto legate, al limite e oltre il lesbismo, condividono la morte di un bambino e il tentativo di farne nascere un altro.
Il vero argomento del film è proprio questo, il succedersi della vita alla morte, della resurrezione dopo la distruzione.
Continuando la tradizione del cinema d'arte russo dei Tarkovsky, Gherman e Sokurov, Balagov compie un lavoro curatissimo sulle immagini e sui colori che esprimono gli accadimento col linguaggio cromatico. Il tutto è ammantato di giallo, colore della malattia e dell'emarginazione, dentro il giallo e l'ocra lottano il verde brillante della speranza e il rosso cupo del dolore e del sangue. Il tutto attraverso gli occhi azzurri della "giraffa" sperduta tra paura, malattia e amore.
Balagov è uno dei registi più promettenti del panorama internazionale.
Film in costume senza product placement.