L’accoglienza all’entrata dello spazio cinema della rassegna I Giardini della Paura a Parma è di quelle stracult con un gadget regalato, un Vomit-bag con cui si avverte: “a causa dell’estrema efferatezza di alcune scene, nessuno sarà ammesso in sala senza VOMIT BAG!”, e ci riporta alle trovate per lanciare i suoi B-movies anni Sessanta di William Castle. Piacevoli promesse di orrore e divertimento, piacere old style ed efferatezze più moderne.
Federico Zampaglione è presente con il suo nuovo film The well proiettato qui in anteprima (uscirà presto nelle sale italiane) e si vede con che passione gira i suoi film mettendo sullo schermo le sue ossessioni di sempre, quelle del gotico italiano e del cinema gore.
Una ragazza incontra su un autobus diretto a Sambuci tre giovani naturalisti. I quattro si dividono appena arrivati promettendosi di reincontrarsi dopo qualche giorno. Qui il film si divide in due filoni (si riuniranno nel delirio finale). Da una parte seguiamo infatti la giovane che è una restauratrice ospitata nella dimora di una duchessa (Claudia Gerini) per pulire e riportare alla luce un dipinto misterioso, e questa parte è quella che guarda al cinema anni Settanta/Ottanta italiano (Fulci & Co.), thriller e mistero, incubi e demoni. Parallelamente scorre la vicenda dei giovani che campeggiano nel bosco e vengono assaliti e imprigionati in celle attorno ad un pozzo e fanno una… brutta fine. Questa seconda parte guarda invece al “torture porn” alla Saw o alla Hostel.
L’insieme crea un divertimento malsano che il direttore di Nocturno Manlio Gomarasca (anch’esso presente ai Giardini) definisce gotico moderno. Guardiani obesi e subumani, demoni divoratori di uomini e donne, simil-Bathory e stregonerie varie, bambine disturbanti e apparizioni “impossibili”, Zampaglione si bea nello scatenare orrori e sangue, macellazioni e sgozzamenti. La storia che pilucca da vari film e racconti di genere è secondaria, quello che conta è la “rievocazione” di un cinema, di una passione. Del film fa parte anche il mitico Giovanni Lombardi Radice in un sanguinolento cameo. (Voto 6,5)