AKAM – Shalini Usha Nair (2012)
Ogni tanto è bene ricordarcelo che in India non esiste solamente Bollywood con i suoi film di tre ore, drammoni musicali per il grande pubblico ma anche un cinema indipendente che porta avanti la tradizione dei Ray e dei Ghoshe.
‘Akam’ presentato al NIFFF (Neuchatel International Fantastic Film Festival) 2012 è un film horror tutto d’atmosfera, che parte dal romanzo Yakshi di Ramakrishnan, scrittore indiano, incentrato sul demone femminile dallo stesso nome, demone che ha la caratteristica di succhiare il sangue agli uomini.
Il soprannaturale serve alla regista come mero espediente per parlare di rapporto uomo/donna nella società indiana. Srinivas è un brillante ingegnere piuttosto arrogante, conscio delle sue capacità e del fascino che la sua posizione ha sulle donne. Ha un rapporto con Tara ed è con lei quando un incidente cambierà la vita ad entrambi. Srinivas resterà sfigurato e Tara sotto shock tanto da sparire dalla circolazione.
L’incontro successivo dell’uomo con l’affascinante ma inquietante Ragini porta un ulteriore sconvolgimento nella vita di Srinivas che prima si innamora, ricambiato, della donna, poi dopo il matrimonio comincia ad averne paura non riuscendo a capire misteriosi comportamenti di questa. Arriverà a credere che lei sia una Yakshi e a convincersi che voglia la sua morte.
Cronaca del disfacimento di un rapporto avente a che fare con la paura dell’uomo della donna e della violenza conseguente dettata dal bisogno di possedere ciò che non riesce a comprendere e ad amare.
Il film gioca molto sui silenzi e immagini oniriche e a noi è piaciuto soprattutto nel finale (ci ha ricordato alcune cose di Kim Kyduk) ma probabilmente la mancanza di esperienza della regista e il budget decisamente ridotto non riescono a farcelo entrare nell’anima come avrebbe potuto.
Product placement che ci permette di citare tra le marche d’auto la MAHINDRA Scorpio, inusuale fuori dai film indiani nonostante l’importanza della marca. Principalmente però è da citare l’I-PHONE presente costantemente tra le mani del protagonista e che fa pure una brutta fine ma risorge come la fenice: visto il budget ridotto del film ci fa pensare però che la APPLE non sia della partita.