Parallelamente al programma principale, il Far East Film Festival 13 presentava due sezioni parallele dedicata a retrospettive. La prima è quella riguardante i pink movies di cui trattiamo in altra parte, la seconda è Asia Laughs!, sguardo curioso, anche se per forza di cose non esaustivo (per questo dovete assolutamente procurarvi il catalogo edito dal Festival, excursus approfondito sull’argomento) sulla commedia panasiatica.
Sono stati qui presentati film di varie nazioni del continente orientale e di vari periodi storici per lo più mai visti prima dalle nostre parti.
Ecco un veloce resoconto.
da Taiwan: WHO IS THE REAL TYCOON? Kevin Chu (1980). Film del popolare regista comico iperattivo negli anni ’80 (spesso lavorava con il protagonista Hsu Pu-lia e i due sono diventati una leggendaria coppia del cinema taiwanese, il duo Chu e Hsu) è questa slapstick comedy di grande successo popolare. Il canovaccio è quello tipico del genere con scambio di persona tra un contadino che arriva in città e viene preso per un riccone di cui è sosia. La vicenda è complicata da un killer incaricato di uccidere il riccone. Insieme di gag continue, alcune a sé stanti alla Benny Hill, altre tipiche della slapstick americana, include anche scene parodistiche alla Franchi e Ingrassia con tanto di sfruttamento delle colonne sonore di riferimento (ad esempio quella di James Bond e tante altre). Il protagonista è quello Hsu già citato che a Taiwan è considerato un mito della comicità. Personalmente già dopo mezzora di film non ne potevo più delle sue “faccine” artefatte per far ridere ma pare che, oltre ai riferimenti occidentali, la comicità del film stia anche in riferimenti locali, come ad esempio il nome dei personaggi che hanno significati pieni di doppi sensi, che non possiamo capire. Poco product placement per essere un film da grandi incassi, solo FORD e un whisky più volte riproposto ma con etichetta ad ideogrammi e difficilmente identificabile per noi.
Dalla Sud Corea: AN UPSTART Kim soo-yong (1961). Qui siamo dalle parti della commedia sofisticata americana. Film in bianco e nero degli anni sessanta interpretato dal divo comico locale Koo Bong-seo (addirittura il titolo originale è Koo Bong-seo diventa ricco, riportando il nome dell’attore) ci mostra un impiegato che fatica ad arrivare alla fine del mese diventare ricco causa un’eredità ricevuta da un ricco americano che aveva salvato durante la guerra di Corea. La commedia è tutta incentrata sugli effetti del cambiamento di status sociale del protagonista che vede cambiare completamente l’atteggiamento delle persone con cui ha a che fare tutti i giorni nel momento in cui da povero diventa ricco e poi ritorna povero. Arriverà al punto di non sopportare più la sua situazione privilegiata (“i soldi sono sempre un problema sia quando non ne hai abbastanza sia quando ne hai troppi”) e a cominciare a spendere mazze di denaro ovunque senza mai però riuscire ad impoverire (situazione che anticipa “Chi più spende più guadagna”). Il film ha tutti i difetti del cinema coreano del periodo, troppo lungo con la storia troppo trascinata verso un finale che sembra non arrivare mai. Da culto il flashback sulla guerra in Corea con i soldati americani interpretati da attori con gli occhi a mandorla, compreso uno di colore anch’esso inscenato da un coreano dipinto di nero! Birra CROWN e COCA COLA le bevande che si trovano nel film. La CROWN già vista in molti film coreani coevi ebbe grande diffusione in Korea dopo la guerra e finita l’occupazione giapponese (sostituì nei gusti nazionali/isti la Sapporo del Sol levante).
Dalle Filippine: JACK AND JILL Mar S. Torres (1954). Retrocediamo agli anni cinquanta spostandoci nelle Filippine e guardiamoci questo film fluviale (2h40’) per essere una commedia popolare. Tratto da una serie a fumetti famosissima nelle Filippine l’opera di Mar S. Torres (artigiano molto prolifico in diversi generi) tratta la storia di due fratelli che il caso vuole si ritrovino in casa di un nobile facendosi passare entrambi per appartenenti al sesso opposto. Il ragazzo, gay dichiarato, dopo un incidente stradale viene “adottato” dalla padrona di casa che vede in lui la “ragazza” ideale da far sposare al figlio, playboy impenitente. La ragazza invece per sostituire il padre, autista della casa nobiliare, si fa passare per maschio e lo sostituisce nel mestiere. Lo svolgimento della trama che si complica con varie sottovicende da commedia degli equivoci vede un finale romantico con l’autista che si trasforma in Cenerentola ad una festa e conquista il cuore del playboy redento. Travestitismo, scambio di ruoli maschio-femmina, povero-ricco, approfittatori avidi di denaro, solitudine che sconfina nella pazzia sono i tanti temi trattati con leggerezza ed eccessiva prolissità in questo film studiato per il grande pubblico popolare. Fa specie la presenza del personaggio gay travestito che rivendica con orgoglio la propria scelta in un film del 1954. Pensate ad una cosa simile in un coevo film italiano o americano (non underground)! In due ore e mezzo di film solo due pubblicità in un bar di 7UP e PEPSI COLA dal lato brand.
WILL YOUR HEART BEAT FASTER? – Mike De Leon (1980). Prima di diventare uno dei più conosciuti registi filippini, De Leon ha iniziato la carriera con filmetti senza troppe pretese. Questo film ne è un esempio, puro divertissement su due coppie di innamorati coinvolti in trame spionistiche in una lotta economica tra giapponesi e cinesi. Il film comincia come una parodia di 007 per culminare in un finale musical-rock che anticipa Sister Act. Il tutto mischiato con il romanticismo popolare filippino. Attori così così e lunghezza eccessiva non evitano un poco di noia. Commovente ritrovare le vecchie cassette musicali MAXELL tra le brand che vedono citazioni musicali anche per la RCA. Tra le auto utilizzate MERCEDES, FORD e, soprattutto, fuoristrada TOYOTA. Curiosa apparizione anche di una rivista omonima a quella italiana PANORAMA.
Dalla Cina: LABOR’S LOVE – Shichuang Zhang (1922) e MR. WANG GOT A MEAL HARDLY – Jie Tang (1939). Il primo è una “comica” muta degli anni venti in cui un ortolano innamorato della figlia di un medico, per conquistare la benevolenza del padre di lei, decide di procurare clienti al futuro suocero sabotando la scala di un night in modo che all’uscita tutti i clienti cadano e si facciano male costretti così ad andare a farsi curare dal medico. Slapstick decisamente politically uncorrect! MR. WANG è invece la trasposizione delle strisce comiche di un fumetto sullo schermo. Il comico Tang Jie ha interpretato vari episodi di una serie di film immedesimandosi nel personaggio a tal punto da arrivare a farsi togliere due incisivi per essere uguale al Mr.Wang dei comics. Per il resto della carriera fu identificato con il suo personaggio. Il film presentato a Udine è una lunga serie di disavventure comiche subite dall’impacciato protagonista dal momento in cui perde posto e lavoro e per cercare di sopravvivere è costretto ad inventarsi vari mestieri ma sempre con esito sfortunato. La pellicola scorre lenta e con un umorismo piuttosto sorpassato. Molto interessante invece il product placement dato che Mr. Wang ad un certo punto riesce ad essere assunto nella fabbrica della UB Beer e il suo compito di facchinaggio è quello di spostare grosse casse di birra con la brand esposta in primo piano. Si notano anche sigari “LA INSULAR” nel corso della pellicola.
Dalla Malesia: ALI BABA & THE MOLDY BACHELORS – P. Ramlee (1961). Divertente parodia delle vicende di Ali Baba e i quaranta ladroni che ci riporta al periodo florido di questo tipo di film sia ad Hollywood (ad esempio la serie Road to… con Bob Hope) che in Italia (le parodie con Totò e Campanini). Come quelle, con qualche anno di ritardo, il lungometraggio malese mischia comicità a numeri musicali, avanspettacolo a farsa ai limiti dell’assurdo. Un divertimento popolare, anche sempliciotto, ma con inaspettate derive di humour nero (uno dei protagonisti viene fatto, letteralmente, a pezzi; i quaranta ladroni sono uccisi, improbabilmente, con secchiate di acqua bollente). Nessuna brand ma una VESPA volutamente anacronistica utilizzata al posto del cavallo troppo lento. La Vespa la ritroveremo in quasi tutti gli altri film malesi visti durante il festival siano horror, comici o drammatici e indipendentemente dalla data di produzione. Evidentemente un mercato proficuo nel tempo per la PIAGGIO.
MAT BOND – Mat Sendol, M. Amin (1967). Più o meno tutte le cinematografie anche le più piccole si sono cimentate nella parodia di James Bond (ne ricordiamo anche una dalla scomparsa Cecoslovacchia editata anche in Italia in DVD). Anche la Malesia ce ne fornisce un episodio con questo ingenuo e divertentissimo film. Un imbranato mammone con il pallino dello spionaggio (si è costruito un laboratorio segreto a cui si accede dal gabinetto di casa tirando lo sciacquone!) viene coinvolto suo malgrado in un traffico di pillole che hanno il potere di rendere praticamente immortali. Rocambolesche avventure tra maliarde cicciottelle in bikini, scienziati che fanno il doppio gioco, agenti internazionali conditi con trucchi amatoriali e fantastica musica surf. Prima dell’inizio del film, sui titoli di testa, subito un ringraziamento per la concessionaria che ha fornito le auto HONDA, ma anche la VESPA ha una particina. Altre brand sono LUCKY STRIKE su di un posacenere, JOHNNY WALKER e NATIONAL ELECTRIC che fornisce elettrodomestici e ottiene anche visibilità grazie ad un cartellone pubblicitario.
Da Hong Kong: PEDICAB DRIVER – Sammo Hung (1989). Eccoci davanti alle gesta da regista e attore del più amato ciccione di Hong Kong. L’agilissimo, a dispetto della stazza, Sammo Hung. Il film è un incredibile esempio di come era il cinema nell’allora possedimento britannico negli anni ’80. Una commedia d’azione praticamente impossibile da raccontare. Un film che ne contiene almeno quattro o cinque. Si passa dal comico, al kung fu movie, dalla satira sociale alla commedia romantica per approdare alla tragedia ed al revenge movie. Una vitalità continua dal primo all’ultimo minuto in grado di accontentare qualunque tipo di pubblico. Ah, il buon cinema honkonghese di una volta! Il film è “presentato” in pompa magna dalla COCA-COLA anche se non ufficialmente. Infatti l’unica marca presente è proprio la bevanda più famosa del mondo che ci introduce al film nel primo piano iniziale che inquadra appunto uno striscione con la bottiglietta dalla caratteristica etichetta biancorossa prima che la camera continui la carrellata verso il quartiere dove si svolgeranno le vicende dei guidatori di risciò capitanati da Sammo.