Recuperiamo grazie all’ottima sezione Europe, now! del Bergamo Film Meeting 2019 (sezione che da anni ci dà la possibilità di avere un panoramica del cinema europeo degli ultimi vent’anni) il film pluripremiato La isla minima dello spagnolo Alberto Rodriguez.
Ambientato in un territorio spagnolo paludoso, pieno di selvaggia bellezza ma anche assai ostico da abitare, nell’Andalusia sivigliana, è un noir teso e cupo che ricorda il Memories of murder del coreano Bong Joon-ho ma se vogliamo anche il True Detective televisivo. Collocato nel 1980 nella Spagna post-franchista e cioè nel periodo della resa dei conti tra franchismo e democrazia, arretratezza e modernità, sfruttamento e conquista dei diritti da parte dei contadini e dei lavoratori.
Due detective che incarnano proprio le due anime, quella passatista e quella progressista, si trovano ad indagare sugli omicidi e le violenze animalesche subite da alcune ragazze della zona. Un serial killer squarcia il tessuto sociale spagnolo… La tensione del sottotesto politico-sociale accompagna le indagini dei due poliziotti fino ad un finale in cui il regista abilmente sfrutta il territorio e le condizioni atmosferiche per affondare la ricerca e l’azione in mezzo al fango, sotto un temporale biblico o avvolti dalle nebbie della zona.
Un film molto bello che nel 2015 fu eletto miglior film europeo, uscito anche in Italia ma poco visto e pubblicizzato. Assolutamente da recuperare.
Una DYANE 6 Citroen è l’auto dell’assassino di cui si parla per tutto il film. Il ricco proprietario terriero però viaggia in Mercedes. Il product placement non è però tutto qui, ad esempio la Lacoste è la t-shirt preferita di uno dei due poliziotti, Marie Brizarie, J&B e Kas le bevande alcoliche presenti nel film.