Film curioso e assolutamente consigliato a chi non vuole sempre vedere gli stessi film standardizzati questo Muere, monstruo, muere in concorso al Neuchatel International Fantastic Film Festival 2018.
Ambientato in una zona sperduta dell’immensa pampa argentina, l’opera di Alejandro Fadel è un thriller soprannaturale in cui la morte di alcune donne (violentate, seviziate e la cui testa pare sparita) mette in crisi l’ufficiale di polizia del paese anche perché direttamente coinvolto dal fatto che una delle vittime è stata sua amante.
La colpa degli omicidi è data ad un mostro ma naturalmente nessuno vi crede e gli indiziati sono invece uomini del villaggio. Alla fine si scoprirà (attenzione allo spoiler…) che il mostro esiste veramente e le sue fattezze hanno dell’incredibile da raccontare. Si tratta di un essere con la bocca che è un’enorme vagina dentata e la coda un altrettanto gigantesco e lunghissimo fallo.
La metafora della creatura che materializza li tabù della sessualità arriva nel finale a contrasto di un film che ha invece un’atmosfera cupa e lenta, in cui sembra che i segreti siano la normalità e che non debbano mai essere svelati. I corpi mostrati sono veri, non quelli levigati e “belli” che il cinema ci abitua a vedere, l’ambientazione è adatta a rappresentare la follia interiore dei personaggi e il regista sembra un emulo dei registi russi nati dalla scuola di Tarkovski più che un regista di serial killer movies. Fino a che non arriva quel mostrone che appartiene più all’immaginario di un Del Toro e che molti hanno trovato di pessimo gusto proprio perché in contrasto con quanto visto fino a quel momento.
Praticamente nullo il product placement a parte un’allusione agli M&M’s senza citarli e alla citazione della Jeep.