Il titolo completo è ESTRATTO DAGLI ARCHIVI SEGRETI DELLA POLIZIA DI UNA CAPITALE EUROPEA e non è la sola cosa assurda di questo film, intitolato per il mercato internazionale con un più sobrio Cerimonia Tragica.
Siamo nel 1972, la carriera di Riccardo Freda sta per accendere gli “ultimi fuochi” e quando accetta questa commissione dalla produzione italospagnola non deve essere stato troppo motivato, tant’è che, in coerenza con il suo carattere non certo amabile, ha presto litigato con tutti e se n’è andato. A mio parere non dopo aver lasciato un suo segno al film. Il tutto è stato completato da Filippo Walter Ratti, non certo un virtuoso della cinepresa…
Estratto… è stato disconosciuto dal regista e addirittura neppure citato nel catalogo del Bergamo Film Meeting a lui dedicato per la personale del 1993, anzi neppure figura nella filmografia completa. Eppure sull’edizione spagnola il regista appare nei titoli di testa con il suo vero nome (in realtà con una “C” in meno…). In quella italiana viene utilizzato il suo alias “americano” Robert Hampton.
Il film per lungo tempo è restato invisibile tanto da far scrivere da Giusti ancora nel 1999 su Stracult: Un Freda misconosciuto dall’autore, di limitatissima circolazione, mai visto da nessuno.
In verità ne girava una copia spagnola cut (purtroppo senza il seno scoperto della Keaton ma, per fortuna senza lo spiegone finale di Mueller), finchè non è stato trasmesso da SKY e non l’abbiamo potuto recuperare in “bella copia” e uncut.
Il film è stato denigrato, massacrato ma anche segnalato come guilty pleasure (terminologia nocturniana…).
Di cosa stiamo parlando dunque? La sceneggiatura di Mario Bianchi prevede una storia gotica con effettacci gore (di Rambaldi non del primo che passa…) e protagonisti un gruppo di hippies (perché dopotutto siamo ai primi del ’70 e ciò fa molto trend americano). Il gruppetto di quattro giovani freelovers fra cui balugina la bianca pelle di Camille Keaton si ritrovano sperduti nel bosco, come si vuole, senza benzina e trovano rifugio presso una magione i cui padroni di casa, i coniugi Alexander (Luciana Paluzzi e Luigi Pistilli) sono seguaci di una setta diabolica. E’ un attimo che la bella Keaton venga sdraiata sul solito lettino da sacrificio e minacciata di essere trafitta dal coltellone impugnato dalla Paluzzi. Salvata dai suoi compagni fugge con loro dalla follia che si scatena tra gli adepti di Satana che danno vita (anzi morte…) ad un massacro cominciando ad uccidersi fra di loro. Non sfuggiranno però alla maledizione della Lady Alexander/Paluzzi apparentemente uccisa anch’essa durante la “cerimonia tragica” ma che invece…
In pratica la scena clou, tra l’altro girata all’altezza del miglior Freda (ricordiamo che stiamo parlando di un onesto professionista specializzato in feuilleton storici e letterari ad inizio carriera, ma poi votato al genere di un po’ tutti i tipi sul finire degli anni ’60. Nel cinema di genere si è anche cimentato, creando buone atmosfere, in piccoli gioiellini del gotico come I vampiri e L’orribile segreto del dr. Hitchcock), quella della cerimonia satanica, avviene a neppure metà film mentre in un gotico classico sarebbe stato il gran finale. Questa è una delle tante bizzarrie di questo film, girato senza ritmo, soprattutto nelle scene di raccordo allungate senza bisogno, con dialoghi spesso inutili e una trama non certo compiuta (tanto da sentire la necessità di far spiegare cosa è successo dal dottore/Muller della clinica psichiatrica alla fine del film in un inutile sproloquio sottolineato da continue dilatazioni oculari del nostro).
Però per chi al cinema va anche e soprattutto per il puro piacere visivo il film contiene anche varie chicche: la scena già citata, gli effetti genuini di Rambaldi, un cadavere “blu” da delirio pop, la presenza della Paluzzi che riesce a dar classe anche al peggior trash. Per non parlare della delirante e per questo geniale canzone ripetuta in testa e in coda al film in cui la frase cult recita: “Un uomo ride felice, la bocca già piena di terra, danza allegra una donna, brulicante di vermi”. Piccole cose che lo rendono film da recuperare.
Product placement limitato ai mezzi di trasporto: un dune-buggy SCARABO, una ROLL’S ROYCE e una moto HONDA.