SHINJUKU MIDAREGAI: IKUMADE MATTE (1977)
Ritroviamo Chusei Sone al NIFFF (Neuchatel International Fantastic Film Festival) 2012 con un film del ’77 decisamente contestualizzato nel periodo di realizzazione, ambientato nel quartiere “bohemien” e artistico di Shinjuku, dove fino a poco tempo prima era facile incontrare registi, attori e artisti.
Seguiamo la storia di una coppia di aspiranti lavoratori del cinema (lei vuol diventare attrice, lui regista) per ora costretti a vivere alla giornata; lei lavora come barista, lui perde tempo dietro a sceneggiature irrealizzate e si fa mantenere da lei. La loro vita di coppia anche se sessualmente decisamente attiva è perennemente in crisi tra tradimenti (io posso ma se lo fa l’altro sono casini… la solita storia vecchia come il mondo) e frustrazioni. Nello scorrere dei giorni tra schiaffoni, violenze verbali e fisiche, ubriacature, ci viene dato senza compiacimenti dal regista un quadro politico e sociale del milieu di riferimento.
Film nervoso girato con molta macchina a mano che a volte infastidisce ma in complesso ci fa capire di essere di fronte al lavoro di un autore che ci tiene ad un cinema personale. Alla luce della visione di questa opera diventa differente anche il nostro interesse per il film ‘Delinquent girl…’ visto il giorno precedente durante la rassegna (dare giudizi critici nell’immediato come cronisti di un festival è rischioso perché si rischia di non tenere conto di contorni e particolari non conosciuti senza un più completo studio), infatti ci rendiamo conto che i temi del regista sono coerenti ed il discorso ha una sua evoluzione artistica.
Maschilismo (il corpo della donna è solo da possedere o scambiare per i maschi nei film di Sone), liberazione sessuale e contesto sociale, crisi della coppia tradizionale, meta cinema. Il regista giapponese guarda alle Nouvelle Vagues europee, a Godard e compagnia pur restando ben ancorato nel proprio paese.
Insomma con ‘Shinjuku…’ riesce a portare decisamente in avanti il suo discorso autoriale e sperimentale riuscendo a fare cinema decisamente interessante anche partendo da un genere “basso”, il roman porno.
Tra le tante brand che troviamo all’interno della pellicola occhio di riguardo per il piazzamento di SANTORY WHISKY che serve per l’ubriacatura immediata, panacea stordente dei dolori sentimentali e ASAHI, birra legata più ai momenti di festa e di sbandamento libertino tanto è vero che viene utilizzata per inondare i corpi nudi generosamente mostrati dalla brava protagonista e da alcune sue amiche. Tra le altre ricordiamo WRANGLER perennemente presente nelle scene all’interno del bar in cui lavora la donna perché il titolare indossa sempre un grembiule che riporta in grossi caratteri la marca, mentre la presenza di COCA COLA (varie scene contengono bottiglie vuote o piene della bevanda) assieme a PEPSI (una grossa pubblicità è presente nel bar) contemporaneamente come già succedeva nel film precedente ci porta a credere che, non ottenendo riscontro dalle due case in termini di product placement, il regista abbia deciso di includerle indifferentemente facendo però un piacere ad entrambe…