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CINEMA
8 Novembre 2020 - 12:52

IL DIAVOLO NEL PANASONIC

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Luz, flower of evil (Juan Diego Escobar Alzate, Colombia, 2019)
IL DIAVOLO NEL PANASONIC

Colori ipersaturi, immagini aggiustate col computer, la ricerca del meraviglioso, nostalgia del mondo in Technicolor. L’esaltazione della natura, la bellezza che vediamo ma non siamo in grado di capire, o almeno la comprendiamo solo quando è troppo tardi. L’uomo non capisce il mistero del bene e del male e tutto corrompe, distrugge, uccide. Questo è in sunto quello che potete trovare in Luz, flower of evil film del colombiano Juan Diego Escobar Alzate, al suo esordio sul grande schermo, visto (purtroppo su schermi più ridotti, online) al Ravenna Nightmare 2020.

Un fanatico religioso che ha perso la Luz (sia quella della ragione che la moglie dallo stesso nome) vive con le tre figlie in un’isolata fattoria dispersa tra i monti attorno a Manizales, tormentato da dubbi e deliri mistici che lo portano a pensare alla musica di Mozart come musica del diavolo, che i bambini biondi e dagli occhi celesti (forse suoi bastardi…) siano Gesù tornato in terra e per questo li incatena e poi quando muoiono dà la colpa al demonio, che le figlie siano angeli e col terrore le rende fragili e inconsapevoli dell’armonia della vita.

Un film forse troppo artificioso, forse troppo presuntuoso ma sicuramente che non lascia indifferenti. La magnificenza delle immagini, l’argomentazione non insolita ma decisamente condotta con forza verso atmosfere dark ne fanno un’opera notevole e il suo regista da annoverare tra i visionari che fanno cinema. Sempre più rari sempre più incompresi.

Non so quanto il product placement di un vecchio registratore a cassette Panasonic possa rendere in pubblicità alla famosa brand visto che da questo scaturisce la musica del diavolo e viene distrutto per combattere la malvagità che sprigiona…

Stefano barbacini

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