THE PHILOSOPHERS - John Huddle (USA-2013)
Non si sa bene come giudicare un film come questo "The Philosophers" presentato al NIFFF-Neuchatel International Fantastic Film Festival 2013 e quindi non lo faremo. Possiamo solo dirvi che ci siamo divertiti molto a vederlo e quindi ciò potrebbe bastare come giudizio.
Divertire con un argomento non leggerissimo come la filosofia può sembrare non semplice se si vuole fare le cose per bene ma ad Huddle tutto ciò non interessa e se la cava banalizzando e semplificando, cosa che non depone a favore della caratura culturale della pellicola ma sicuramente a favore del piacere dello spettatore.
Dunque si tratta qui di un corso di filosofia tenuto dal professor Mr.Zimit (James D'Arcy con la sua faccia da brillante figlio di...) che per l'ultima lezione decide di portare all'estremo i concetti della filosofia razionalistica di cui si sente guru ponendo i venti ragazzi della classe di fronte a situazioni limite, cioè al momento in cui a seguito dell'inizio di eventi apocalittici l'umanità è costretta a rifugiarsi all'interno di bunker dove però possono vivere solo la metà dei presenti. Come decidere chi deve entrare o restare fuori a morire? Utilizzare i concetti pragmatici del razionalismo scegliendo le competenze tecniche e intellettuali e soggetti fertili per riprodursi oppure fregarsene e dare in mano il futuro a poeti e artisti? (Per Zimit non c'è dubbio visto l'esilarante fine che farà fare al poeta "pubblicato" presente nel gruppo).
Insomma una specie di "Attimo fuggente" che si incrocia con "La terza onda" perchè alle parole seguono anche immagini che immergono i protagonisti in una realtà virtuale in cui le situazioni causate dall'esperimento si materializzano davanti ai nostri occhi nei magnifici scenari di Jakarta.
Filosofia, morale, logica si intrecciano alle esigenze di spettacolo e come detto Huddle cerca di cavarsela semplificando il risultato finale parteggiando chiaramente per la cultura e l'arte a dispetto del pragmatismo ma portandoci su questa strada con una banalità quasi insopportabile. La morale finale è comunque riassumibile nel fatto che tutti quei bei concetti e ragionamenti sono poi sempre secondari alle passioni umani, all'amore e alla gelosia, all'invidia e alla presunzione.
Il product placement è tutto confinato nella prima parte in cui ci viene presentato il finanziatore del film con un enorme pannello riportante GARUDA INDONESIA, subito dopo averci indirizzato l'attenzione verso un'insegna della CASTROL. Poi sono le spiagge, i siti archeologici e gli scenari di Jakarta a rappresentare la vera brand da porre all'attenzione del pubblico.