CHERNOBYL DIARES (Bradley Parker)
Presentato nella sezione POV del NIFF – Neuchatel International Fantastic Film Festival insieme a film che abbiamo già recensito in altre occasioni e ai quali vi rimandiamo come Rec – Rec 2 nella sezione anche gli zombi comprano Paranormal activity e Cloverfield, Chernobyl Diaries è uno dei più difficili per un critico del Dy’s Group da recensire.
Difficile: innanzitutto non ha product placement (cosa volete trovare in una città russa distrutta dalle radiazioni?) a parte quello assolutamente casuale delle città europee del prologo e quindi non utilizzabili ai fini delle nostre analisi?
Veniamo quindi alla trama: un gruppo di ragazzi e ragazze in cerca di emozioni forti, avendo probabilmente visto, o forse no, cos’è successo ai loro predecessori di Hostel, decidono di tralasciare le caratteristiche fabbriche abbandonate della Romania per la sicuramente più tranquilla Chernobyl.
Riusciti ad organizzare il viaggio su un vecchio furgone con il capo di un tour operator con il quale non mi fiderei nemmeno a farmi accompagnare ad un aperitivo in Via del Corso, i nostri eroi capiscono quasi subito che qualcosa non va. I militari al posto di blocco sono nervosi ma loro però riescono a passare. Girano, filmano, ma tornati al furgone lo trovano guasto. Quello che succede dopo è la cosa più improbabile che possa capitare. Non posso andare oltre per non rovinare la storia ma durante la visione ho trovato decine di punti che non tornano in questo dignitoso ma sconclusionato horror.
Abbiamo già espresso alcune critiche su certi POV mal assestati (vedi Barbacini per Chronicles) ma sembra veramente che Bradley Parker, qui al suo primo film, sia un novello Jesus Franco (regista culto, uno dei quali per cui la trama era un optional n.d.r) e abbia messo insieme quattro idee confuse giusto per sfruttare il filone.
Un solo consiglio per il suo prossimo film. Il POV o il falso found footage si basa sul ritrovamento di film o immagini. Visto il finale chi cazzo lo ha trovato il filmato?