L'originale è El cuerpo (2012) dello spagnolo Oriol Paulo. Un noir meticciato con l'horror con una parte finale tutta fatta di capovolgimenti narrativi e colpi di scena (d'altronde il regista è quello che poi con Contratiempo ci darà un esempio mirabile di film a incastro e di thriller "à rebours" in cui i flashback capovolgono gli avvenimenti). Il film è caratterizzato dalla pioggia continua, dal solito commissario melanconico con passato tragico, da una storia bizzarra in cui una donna ricca e proprietaria di una solida azienda farmaceutica, sposata con un uomo molto più giovane di lei che tratta come una sua creazione da manipolare come vuole, muore d'infarto ma poi il suo cadavere sparisce dall'obitorio dove è stato messo. Il marito, sospettato da subito di aver fatto credere a una morte accidentale ma in realtà di averla uccisa, si trova nella scomoda situazione di doversi difendere dalle accuse e contemporaneamente ad essere terrorizzato dalla possibile "resurrezione" della moglie.
Il film nella prima parte è girato con stile a sottrazione (differentemente dal suo remake che fa dell'esagerazione e del glamour il suo punto d'arrivo) creando un'atmosfera inquietante e destando curiosità nello spettatore per poi velocizzarsi con scatti di montaggio frenetici per svelare i misteri finali. (voto 6,5)
Sony in più scene, un pc Vaio, il Glendale whisky, il Gourmet caffé e la Rover dell'accusato tra il product placement.
E arriviamo a Il corpo (2024), il remake di Vincenzo Alfieri presentato al Torino Film Festival 2024 e prossimo all'uscita in sala. L'inizio con lo scherzaccio di Claudia Gerini (Rebecca Zuin nel film) che fa finta di rifiutare il matrimonio con il giovane e rampante compagno (Andrea Di Luigi) rispondendo "no" alla fatidica domanda per poi esplodere in una risata (la scena è anche nell'originale ma messa in secondo piano e non sparata all'inizio come qui), ci dà un flebile pretesto su come può stare in piedi tutto quello che segue. Ovvero la morte della donna per infarto, è un fatto accidentale, un omicidio o uno scherzaccio della defunta/non defunta? E quando il suo corpo sparisce dall'obitorio è questo un furto di cadavere per evitare l'autopsia oppura la donna non è morta, ed è tutto l'ennesimo scherzo di cattivo gusto di Rebecca?
Inizia così il remake e ci fa piombare poi in un noir che, almeno nella prima parte, rispetta tutti i topoi del genere: notte scura, pioggia, luce al neon traballante, un commissario (un Giuseppe Battiston troppo "caratterizzato") già stato sospeso per rabbia e con una tragedia alle spalle, ventilatori che girano (classico dell'hard boiled), frasi sarcastiche e taglienti (ma i dialoghi non sono all'altezza di un... Chandler). Gia il nome della protagonista ci dice che anche Hitchcock è tra gli ispiratori del regista. Poi, ahimé, si scivola in altri terreni con goffagine, si lambisce l'horror (ma l'originale lo faceva meglio), il romance e, con sfiancanti flashback, la telenovela e il melò.
Il regista raggiunge momenti imbarazzanti quando cerca di "rubare" (male) suggestioni dai film di Sorrentino e Carrisi. Tutto si trascina aggiungendo cose in modo parossistico nel bagaglio del film che alla fine scoppia per saturazione.
Mi vien da dire: quanto male stanno facendo le serie televisive al nuovo cinema... (voto 5)