Tra le tante sezioni proposte dal Neuchatel International Fantastic Film Festival 2014 ve ne sono alcune che esplorano forme alternative al lungometraggio di fiction, ne abbiamo infatti una dedicata al documentario sul cinema di genere, una sui cortometraggi europei ed una suoi nuovi corti (dedicati al genere horror-fantastico) provenienti dall’Asia.
Proprio curiosando tra questi ultimi ci siamo imbattuti in una simpatica operina della durata di poco più di un quarto d’ora dal bizzarro titolo ‘The great escape from café city’ del taiwanese John Hsu.
In un’idilliaca città in cui tutto va bene vive il giovane protagonista, ragazzo assai felice di esistere, le cui uniche attività sembrano essere quelle di andare in bicicletta a farsi un caffèlatte in un locale dove lavora la sua ragazza. Le giornate senza preoccupazioni, se non quelle di mischiare i barattoli di caffè con quelli del latte, subiscono un cambiamento improvviso quando un barattolo di caffè colpisce in testa il nostro ciclista. A questo punto il ragazzo si accorge che tutto il suo mondo è circondato da scatole di quel caffè (ce ne sono disposte nelle stanze, ammucchiate a piramide negli angoli, lungo le strade) e il tentativo di liberarsene risulta vano perché eliminata una latta questa viene misteriosamente subito rimpiazzata.
Come se vi fosse un product placement di questa marca di caffè nella vita dei personaggi…
In realtà i due giovani scopriranno di essere all’interno di un video pubblicitario con tanto di apparizione della banda di scorrimento che, se riusciranno ad anticiparla prima della fine del video, permetterà loro, personaggi, di entrare nel mondo reale…
Metacinema o metavideo, chiamiamolo come vogliamo, che vuole fare un discorso, in modo del tutto umoristico, attorno all’importanza della pubblicità che ci circonda e per questo decisamente interessante in ottica Dy’s News