He’s got the power canta Autumn, la diciassettenne protagonista di Mai raramente a volte sempre (2020) della ormai affermata regista indipendente Eliza Hittman. Ed è lo schiacciante potere maschile che costringe la protagonista a chiudersi in se stessa a ad affrontare una difficilissima prova raccontata nel film che vede la ragazza impegnata a nascondere una gravidanza indesiderata e a procurarsi un aborto, cosa non così facile nonostante la legge lo permetta negli Stati Uniti liberali. Soprattutto per una ragazza di Philadelphia dato che in Pennsylvania non lo si può richiedere senza l’autorizzazione dei genitori. E’ costretta così a recarsi in una fredda, inospitale e sporca New York, dove comunque le ci vuole un’odissea di tre giorni per riuscire a farlo. Il film ricorda 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni di Mungiu ma senza la violenza esibita di questo.
Mai raramente… è un film tutto fatto di accenni e di psicologia indagata seguendo semplicemente la ragazza e i suoi comportamenti verso gli altri e verso i luoghi con cui è costretta a confrontarsi. La violenza è solo accennata ma non per questo meno dura da sopportare (“E’ un’ostilità dell’ambiente che circonda queste donne, e io ho cercato di rispettare la maniera in cui le cose si manifestano nel mondo reale”). La violenza sta nelle reazioni degli studenti che la epitetano da puttana, nel consultorio di provincia in cui le raccontano cose false e le impediscono l’aborto, nel principale del supermercato in cui lavora che le bacia la mano quando prende i soldi, nell’uomo che sul metro accenna a masturbarsi, nel padre che non ne capisce lo stato d’animo e che potrebbe anche essere l’autore di violenze da lei subite (le confessa indirettamente davanti alla psicologa di New York). Nonostante ciò, affronterà il suo problema con forza e con il solo sostegno della cugina (anch’essa deve sottomettersi a farsi baciare da un ragazzo per avere i soldi per il biglietto dell’autobus in una scena magistrale in cui Autumn nascosta dietro un pilone le tocca la mano come solidarietà e ringraziamento).
Insomma un film femminista ma non militante, non urlato (“In assoluto non ho niente contro i film impegnati che affrontano i problemi direttamente, ma questo non è il mio modo d’espressione. Se devo definire la mia tonalità, io direi che pratico una sorta di realismo poetico. Mi interessano principalmente le emozioni, l’atmosfera e le persone che filmo”). “Per me, l’itinerario d’Autumn è quello di una vera eroina! E’ il viaggio che fanno molte donne nel mondo, per liberarsi di circostanze tragiche. Tutto questo comporta un’immensa perseveranza per riuscire a compiere quello che fa”. (I brani virgolettati sono tratti da un’intervista alla regista di Baptiste Roux e Yann Tobin apparsa su Positif 715). Girato in 16 millimetri con macchina a mano e steadicam sempre a ridosso delle bravissime interpreti e con l’operatrice Helene Louvart, collaboratrice di Alice Rohrwacher il cui lavoro la Hittman conosce e con cui ha più di un’affinità, Mai raramente qualche volta sempre è un film prezioso (voto 7,5).
Nessun product placement se non consideriamo Google (ma perché non considerarlo visto che ha l’onore di un primo piano?) ma un local placement con l’insegna del Chelsea Piers fitness.