Ultima opera del nuovo autore cult per eccellenza, arriva al Ravenna Nightmare Film Festival 2016 il Neon Demon di Nicolas Winding Refn che, come ogni autore cult che si rispetti, crea esaltazione in alcuni e sconcerto in altri, sia tra la critica che tra il pubblico.
Refn mastica cinema da sempre ed è evidente che gode sia delle opere "basse" di genere che dei film d'autore e sperimentali, specialmente se estremi. Cerca così nei suoi film di proporsi come anello di congiunzione nell'eterna divisione tra i due mondi, quello della cultura popolare e quello della Cultura con la C maiuscola.
Da questo punto di vista il suo intento non è molto diverso da quello di Tarantino, omaggiare un certo tipo di cinema elevandolo poi, grazie al suo personale intervento, per farlo diventare a tutti gli effetti un film di... Mentre l'autore americano completa l'operazione con la scrittura e la tecnica registica, Refn eleva le sue opere a veri e propri esercizi di stile e raggiunge un livello esclusivo grazie all'immagine che, giunta già ad un livello di fascinazione sperimentale con Valhalla rising e Drive ma soprattutto con Solo Dio perdona, film lynchano e tutto giocato sul cromatismo e il glamour (la luce calda e iperrealistica), diventa di una rarefazione assoluta con questa sua ultima opera fino ad arrivare all'estremo di un corpo di bellezza sfolgorante perdersi nel bianco assoluto in una seduta di fotografia di moda (e non si può per questo citare la direttrice della fotografia Natasha Braier). L'estetica del catalogo di pret-à-porter filtrata dalle sperimentazioni di Kenneth Anger e dai video d'arte di Vanessa Beecroft. Il passaggio è forte dal glamour caldo dei precedenti film alla rigidità sperimentale e alla freddezza glaciale di questo; dal mondo maschile e di maschilismo castrato del precedente a questo prettamente femminile. Lo stesso Refn lo definirà con metafora musicale "(un film) in perfetta opposizione con il precedente: da un film all'altro è come Lou Reed che passa da Transformer a Metal Machine Music".
Tutto questo sul canovaccio di un film horror! Jesse (la sorpendente Elle Fanning fattasi splendida ragazza), arriva in città per conquistare il mondo delle passerelle. La sua ingenuità e la sua genuina bellezza hanno vita facile nei confronti di modelle in via di invecchiamento, rifatte dalla plastica o fottute dall'anoressia. Diventerà la nuova "big thing" delle sfilate e, naturalmente, creerà invidie, gelosie e passioni. Il suo percorso passerà dalla semplicità della ragazzina ingenua alla consapevolezza "demoniaca" del potere della sua bellezza (il passaggio avviene con l'apparizione di un puma nella sua stanza di motel, metafora che ricorda quella de Il bacio della pantera così come la Fanning recupera il fascino agghiacciante di Simone Simon). Diventerà così il "demone" da conquistare, sedurre, violentare e distruggere. Nessuna delle sue colleghe/rivali (una vera congrega di streghe vampiresche...) riuscirà a sopportare di essere rifiutata da lei e di non poterne raggiungere la bellezza, ricordando la violenta fine del protagonista di Tabù/Ghoatto di Oshima: troppo bello per vivere...
Refn parte da Argento per approdare ad Aronofsky e Antonioni passando per Rollin e Buttgereit!
Ma non dimentichiamo anche il livello qualitativo raggiunto da Refn nell'uso del digitale. Anni di lavoro su set di moda e di spot pubblicitari lo hanno portato alla conoscenza perfetta del mezzo ed è chiaro nella sua mente il come utilizzarlo. Sono d'accordo con quanto sostenuto da Cyril Beghin su Cahiers du cinema (numero di giugno 2016) quando afferma "Era molto tempo che non ci era dato vedere un film che vive così tanto sulla pregnanza delle sue immagini, e The Neon Demon ci dà l'impressione di essere una tappa importante nella storia ancora breve del cinema digitale". In realtà nella bellezza della lingua francese usa l'espressione bellissima "la chair de ses images", la "carne" delle sue immagini. Perfetta metonimia dell'opera.
Stranamente poco il product placement in questo film che resta un low budget. Ambientato com'è in un mondo in cui tutto è brand, Refn non ce ne mostra nessuna (tutte sostituite dalla SUA brand NWR...). Possiamo solo annotare una citazione per POLAROID fuori tempo massimo...