E’cominciata la 14^ edizione del Neuchatel International Fantastic Film Festival con il primo film della sezione Ultramovies 2014, quella dedicata alle opere più bizzarre che il panorama internazionale ci propone.

In effetti questo Patch Town di bizzarrie ne inanella parecchie, dall’ambientazione, una pseudo-Russia fantastica con un’enorme fabbrica piazzata in mezzo al nulla, alla trama, il figlio pazzo di uno scienziato, strampalato la sua parte (ha inventato un macchinario per “ibernare” i bambini e trasformarli in bambole anche se non in maniera irreversibile…), ha creato una società dittatoriale attorno alla fabbrica di bambole (i bambini/giocattoli escono da dei cavoli disposti su nastro trasportatore riprendendo a suo modo una favola del folklore russo…) per liberarsi di turbe edipiche del suo passato; dal protagonista, un ciccione che è stato bambola ed ora operaio-schiavo della fabbrica da cui cerca di scappare con la moglie, cicciona pure lei, per evitare al loro bambino di finire… in un cavolo e alla ricerca della “madre adottiva”, una bambina che era proprietaria di lui-bambola ed ora è una splendida donna (con le fattezze di Zoie Palmer), fino allo svolgimento per cui l’esordiente regista canadese Craig Goodwill (autore di un corto omonimo pluripremiato e punto di partenza di questo Patch Town) miscela un po’ tutti i generi: horror, melodramma, grottesco, musical…

Come vedete il bizzarro non manca ma non sempre le idee riescono ad essere convogliate in un prodotto finito, omogeneo e completo e il nostro Goodwill evidentemente sulla lunga distanza ha avuto problemi a far quadrare il tutto restituendoci un prodotto a tratti divertente ma decisamente insipido che alla fine della visione ci lascia piuttosto perplessi.

Deludente anche il product placement in cui solo una CHEVROLET dà (poco) pane alla mensa Dy’s News.