Sicuramente il film più almodovariano di Carlos Vermut (Almodovar ha speso elogi sul lavoro di Vermut definendolo “l’ultima grande rivelazione del cinema spagnolo”) perlomeno nei personaggi e nell’ambientazione è Chi canterà per te già pronto per la distribuzione italiana, seppur abbia già compiuto 4 anni… e presente nella personale dedicata al regista dal Torino Film Festival 2022.
Una grande cantante spagnola, Lila, da dieci anni non appare più sulle scene e non produce più dischi e, proprio quando doveva tornare sulla ribalta con un nuovo tour (anche perché la cassa comincia a piangere…) subisce un incidente che la lascia senza memoria. Una sua fan sfegatata, Violeta, lavora in un karaoke bar come barista ma anche come imitatrice del suo idolo cantandone le canzoni molto bene. La manager di Lila, dato che quest’ultima ha dimenticato chi è e non è più in grado di cantare le sue stesse canzoni, ingaggia Violeta per farle da trainer e riportarla ai fasti passati. Il film segue così il rapporto tra le due, la cantante famosa e la fan dalla vita anonima, e quello che ne consegue tra segreti del passato svelati e difficoltà di affrontare il futuro da parte di entrambe.
Dicevamo che è il film più almodovariano per personaggi e ambientazione, non lo è per lo stile registico che è tutto di Vermut (lenti carrelli e zoom, impostazione geometrica dell’inquadratura) e nel personaggio dell’orribile (non fisicamente) figlia, personaggio del tutto appartenente al cinema del nostro; nei momenti migliori (vi sono sequenze di altissimo cinema come quella tra la madre e la figlia nel sottofinale, di un’intensità poche volte viste al cinema) sembra di rivedere l’arte, mai troppo rimpianta, di Bergman.
Nella presentazione dei suoi film Vermut chiede calma a chi lo paragona a grandi registi del passato (ad esempio viene citato Lang) perché gli pare esagerato, ma in realtà dietro ad un’apparenza di autore di genere che cita cultura “bassa” (rock, horror, comics, anime…), a noi sembra che i suoi veri riferimenti cinematografici stiano ben più in alto, tra il gotha dei registi della storia del cinema.
Product placement inesistente mentre appare ancora il fantomatico motore di ricerca Rampo!, parodia di Google.