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CINEMA
3 Dicembre 2023 - 10:27

TORINO FILM FESTIVAL 2023

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CRAZIES
TORINO FILM FESTIVAL 2023

La sezione horror del Torino Film Festival 2023 ha come antipasto un double bill di mediometraggi francofoni. Il primo è il vampirico francese Marinaleda di Louis Seguin che mette in scena due vampiri comunisti intenti a fare l’autostop fino ad incontrare una ragazza che li porta a casa sua. Qui si inscena un rapporto a tre in cui il morso diventa erotismo e sensualità e Seguin riesce a creare una tensione erotica che ricorda Borowczyk seppur con nudità parziali e senza sesso esplicito. Alla fine i tre si recheranno a Marinaleda la città spagnola (realmente esistente) in cui si dice sia stata raggiunta l’utopia comunista, cioè la condivisione dei beni e dal punto di vista dei nostri della carne e, soprattutto, del sangue… (voto 6,5). Per tutto il film uno dei vampiri indossa una maglietta Esso che diventa anche una gag quando incontra un addetto ad un altro distributore e la Nivea è magnificata come crema per la pelle delicata dei vampiri, il product placement del film è originale come il resto. Il secondo film, invece, è il confuso Michel Vay di due registi belgi ultrindipendenti, Paticia Gelise e Nicolas Deschuyteneer in cui si vede l’incontro tra un rapinatore appiedato e una femme fatale (e non in senso lato…) di rosso vestita. Poi gli incontri si faranno ancor più bizzarri, il rapinatore finirà in una prigione irreale e poi su una barca che sa tanto di carontidea… fino allo switch finale ultraspettato e talmente abusato che dovrebbe essere vietato per legge (voto 5,5).

Follie dal Giappone continuano nel tempo, Visitors-Complete edition è un trashone che dura un’oretta e nella prima mezz’ora cita Evil Dead, L’esorcista, Texas Chainsaw, Suspiria, Bad Taste e chi più ne ha più ne metta, quindi seghe a motore, lame al posto delle braccia, vomito, teste che girano e che vengono mozzate, insetti che escono dalle bocche, budella al vento (volutamente risibili in gommapiuma con cui ci si fa il salto della corda…) ecc. In pratica una sostanza verde trasforma gli uomini e le donne in mostri starnazzanti, un incrocio di zombie e Kappa (mostriciattolo giapponese delle acque). Il mondo si divide tra mostri e umani e gli umani sono i cattivi… uno di loro diventa amico dei mostri e tutti ballano il rock! Il finale non ve lo svelo perché se mai voleste recuperare questo gioiellino più demente che demenziale non vorrei rovinarvelo 😊. Sappiate solo che appare anche il monolite di Odissea nello spazio tanto per citare alla caz… (voto 5--). Honda, Coca Cola, un registratore Victor e vari liquori in mostra in un bar tra il product placement.

In un villaggio spagnolo tutti gli anni si celebra per quattro giorni l’apertura della cappella eretta in ricordo della peste del 1631 e la storia della bambina Uxoa che quell’anno fu portata a morire dai medici della peste. Pare che l’anima inquieta della bimba ancora non riposi per riavere la sua bambola. Il film è fondamentalmente un analisi del rapporto tra due madri e le loro figlie. In parallelo infatti vi è una vecchia medium (reale, falsa?) che ha rovinato la vita alla figlia Carol con i suoi tentativi di contattare Uxoa e una giovane madre che sta morendo di malattia con la sua figlioletta Emma che, spinta a crederlo dalla medium, è convinta di avere il “dono” e la possibilità di contattare lei la bimba della cappella. Il film La ermita è l’opera seconda di Carlota Pereda dopo il suo lodatissimo esordio Piggy. Il film è ben diretto con le atmosfere, la fotografia e le interpreti giuste (iconica Belen Rueda nell’interpretazione della cinica e sfregiata Carol e bravissima la piccola interprete di Emma), l’amore materno e filiale è ben esaminato nelle sue varie sfaccettature ma la regista non evita una mielosità eccessiva in alcuni momenti e un finale forse troppo “fragoroso” rispetto al resto. (Voto 6). Solo una Toyota ci sembra presente come brand.

Il film coreano The sin arriva al festival in pompa magna accompagnato dal regista Dong-seok Han, e da due produttori e presentato come il miglior film horror della stagione coreana. O l’annata è stata particolarmente negativa per il genere in quella nazione che negli ultimi anni ha dimostrato di essere una delle migliori al mondo, oppure la scelta non è stata così oculata. Il film ha una prima parte che non è altro se non la solita fuga dagli zombie da un set cinematografico che si svolge in un palazzo con innumerevoli stanze, saloni, terrazze e corridoi di una noia notevole mentre la seconda parte è la spiegazione del perché esistono questi zombie. Il motivo è tutto da ricercare nel passato della protagonista e nella gang di una madrina della droga. E’ un susseguirsi di switch di trama che proprio per il suo eccesso di sorprese dietro sorprese è ancora più noiosa della prima! (voto 5).

Film fantascientifico è The Complex Forms dell’esordiente italiano Fabio D’Orta in cui alcuni personaggi bisognosi di denaro accettano di prestarsi a farsi “possedere” da enormi insetti probabilmente extraterrestri. Quando qualcuno sparisce tre di loro decidono di tentare la fuga e scopriranno che la realtà è ben diversa. Una splendente fotografia in bianco e nero e il palazzo in cui è girato rende elegante questo film che purtroppo non è altro che uno dei tanti “giochini” tipici della fantascienza con switch finale un po’ fine a se stesso (mica tutti sono Asimov d’altronde…). (voto 5,5)

Birth/rebirth di Laura Moss si immerge nel genere “scienziato pazzo” che vuol resuscitare i morti da una prospettiva tutta femminile. Cosa sarebbe disposta a fare una madre infermiera per riportare in vita la figlioletta morta? Anche affidarsi all’inquietante Rose Casper che ha studiato e prodotto un siero apposito utilizzando la placenta fetale? Secondo Laura Moss sì e non ci risparmia nulla mostrando un feticismo per ferite, corpi che si disfanno, feti in vitro degne di un Cronenberg d’annata, riuscendo a dare qualcosa di originale (anche visivamente) ad uno dei più sfruttati argomenti dei B movies. (voto 6,5). Tra il product placement materiale medico (Philips, Olimpus), I-phone, tv Sony e il sito Reddit.com.

STEFANO BARBACINI

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