Leggere il nome di Isabelle Huppert tra il cast di un film te lo fa scegliere per la visione immediatamente anche fra la vasta scelta presente al Torino Film Festival 2017. Se poi la sua presenza è raddoppiata da quella della figlia (bravissima anch'essa), Lolita Chammah, la curiosità raddoppia.
Tutto sommato non usciamo delusi dalla visione del film di Laura Schroeder, un'opera onesta e decisamente ben girata che, nonostante non abbia mire di capolavoro, risulta uno dei più interessanti visti al festival. Barrage è racconto intimo del rapporto figliare tra una donna anziana (la Huppert) e la figlia (Chammah) che torna a casa dopo anni di vita travagliata tra droga e abbandono della propria bambina (la giovanissima Themis Pauwels) nelle mani della nonna. Si capisce che il personaggio della Huppert ha subito una dolorosa delusione dalla figlia e riversa tutta la sua voglia di rivincita sulla nipote che vorrebbe avviare ad una carriera di tennista duplicando e cercando di migliorare il "non" rapporto con la figlia. Il ritorno della Chammah causa uno sconvoglimento ai suoi piani perchè questa cerca di riavvicinarsi alla propria figlia, ormai condizionata dalla nonna, e contemporaneamente mostra i suoi limiti non riuscendo a scuotersi di dosso il proprio passato e i propri problemi psicologici. La piccola che subito si scontra con la madre (accusata di averla abbandonata) capirà poi che la fragilità della madre ha molto a che fare anche con l'atteggiamento che ha avuto la nonna nei confronti di lei.
Insomma una delicata ma a tratti dura e intensa analisi della psicologia dei rapporti madre/figlia senza compiacimenti pelosi.
Le donne appartengono ad un ceto borghese e le auto possedute sono di alto livello (AUDI, SAAB) e fanno parte del product placement del film che si completa con I-PHONE, NIKE e birra MAES.