Partiamo subito con il dire che la regista brasiliana Luli Gerbase presente in sala al Trieste science fiction festival ha dichiarato con orgoglio di aver pensato e scritto il film Pink Cloud prima che scoppiasse la pandemia mondiale e a questo punto potrebbe anche essere che la terra si sia ribellata dopo aver visto questa palla colossale.
Partiamo dall'inizio delle strane nuvole rosa velenosissime hanno invaso il nostro pianeta in modo che chiunque respiri all'aperto per 10 secondi muore.
Due amanti assolutamente occasionali si trovano così a dover convivere per sempre (il film dura almeno 12 anni) isolati da tutto e tutti.
Passano così le fasi di una coppia. Si piacciono, si amano, decidono dopo varie perplessità e crisi di avere un figlio, cercano di ravvivare la coppia con giochetti tipo il cliente del locale e la stripper (?), divorziano (fortuna avere due piani), si dividono il figlio a turni, si fanno i dispetti (lei può mettersi nuda e masturbarsi di fronte al belloccio del palazzo di fronte ma se lui si sega in chat lei stacca il router), si rimettono insieme, rilitigano e così via. Na palla con moltissimi punti irrisolti. La nuvola mondiale avrebbe dovuto uccidere più gente (e probilmente animali) dello schiocco di dita di Thanos ma per 12 e più anni sembra che tutto funzioni regolarmente. Unici Product placement quelli di Apple e Samsung.
È mentre il mondo cade a pezzi e si propongono raccolte firme su Squid Game anch'io ho un desiderio: basta con lo scrivere, proporre e girare film sul lockdown come se fosse un film fondamentale da fare. A parte l'ideona geniale, non c'è la faccio più.