Buon esempio di cinema “impegnato” (il pensiero corre subito a Ken Loach più per affinità di argomento che non di stile) per la quasi esordiente Boo Ji-Young al Far East Film Festival 2015.
Ispirato da un fatto realmente accaduto, illustra i problemi di una quarantina di commesse dipendenti di un supermercato sudcoreano (THE MARKET) che si ritrovano da un giorno all’altro licenziate per la nuova politica (evidentemente mondialmente condivisa pensando a cosa capita anche da noi) di decentralizzare tramite appalti a soggetti terzi per non sobbarcarsi costosi contratti a tempo indeterminato dell’azienda.
Le donne, discriminate oltre che per la loro debolezza contrattuale anche per il solo fatto di appartenere al sesso debole, si riuniscono in sindacato (pratica ancora piuttosto contrastata e non agevole nella moderna Corea del Sud) ed iniziano un percorso di lotta per riottenere il posto di lavoro e uno stipendio che è fondamentale per poter mantenere famiglie che in molti casi dipendono solo da loro. Occupazione del posto di lavoro, sciopero, manifestazioni sono i percorsi affrontati dalle protagoniste e dalle ottime attrici che le interpretano.
Picchiate, insultate, ricattate, arriveranno comunque con coraggio e dolore ad ottenere un parziale reintegro ma soprattutto riusciranno (e questo film, successo in patria, e la sua regista, presente in sala al Teatro Giovanni da Udine) ad aprire una piccola breccia per far sentire la loro voce in una nazione che non è conosciuta per una particolare predilezione ad ascoltare i quello che hanno da rivendicare i deboli e i discriminati…
I-PHONE per una volta dalla parte degli oppressi è product placement evidente insieme a DELL e SOLBIPOS, mentre, essendo la più parte del film ambientato in un supermercato, sono innumerevoli le marche che appaiono sullo schermo senza sapere quanto volutamente o meno (COCA COLA, CASS, CAMEL, JINRO, HAESUNG e tante altre…).