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CINEMA
3 Marzo 2025 - 19:57

INSTAGRAM? MA IO SONO UN ADULTO!

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Anora (Sean Baker, Usa, 2024)
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E’ sorprendente vedere come nelle nomination degli ultimi anni si trovino film come Povere creature, The substance, Emilia Perez e, addirittura il vincitore di quest’anno, Anora, che hanno il sesso come principale interesse, rappresentandolo anche senza troppi pudori moralistici. Bizzarro perché solitamente i film sessualmente espliciti tradizionalmente sono sempre stati visti con diffidenza dai critici ed ancora più bizzarro che siano stati prodotti in un periodo di ritorno all’autocensura e al puritanesimo nel cinema Hollywoodiano. E’ vero che questi sono film per lo più indipendenti e chissà che il loro successo non “svegli” un pochino gli studios sull’argomento.

Ma qui stiamo parlando di Anora, fresco vincitore in un anno dove non vi erano filmoni candidati e sicuri contendenti al premio come lo scorso anno Oppenheimer e Killers of the flower moon. Giusto il giorno dopo la vittoria mi sono recato a vederlo (lo avevo già programmato perché in testa a parecchie classifiche redatte dalle riviste di cinema, nonché già Palma d'oro a Cannes) e in effetti tutta la prima parte mi ha un po’ sconcertato, non perché quello che vedevo non mi piaceva, ma perché non vi trovavo nulla per capire una tale scelta da parte degli addetti ai lavori. Abbiamo una stripper di professione di origini russe, ma americana a tutti gli effetti, Anora, che incontra un ricco russo, figlio di un oligarca, che se la sta godendo un mondo tra droga, prostitute e feste in una villa lussuosissima. Il ragazzo, che ha solo 21 anni ma evidentemente può disporre di tutto il denaro che vuole, si “compra” Anora per una settimana per 15 mila dollari. I due se la godono e si piacciono. Il ragazzo viziatello sembra essersi seriamente innamorato di Ani (non chiamatela Anora!) e lei sembra contraccambiare. Insomma, fanno una pazzia andando a sposarsi a Las Vegas.

Vista questa lunga introduzione il film passa per un Pretty woman moderno ma, per fortuna, non è una romanticume con solo un po’ di pruderie per non sconvolgere troppo i moralisti come il film di Garry Marshall. Qui il sesso è piuttosto esplicito e non è abbellito da musichette idilliache per far vedere che i due “fanno all’amore”, ma è proprio quello carnale, quel movimento che ci piace tanto e che tanto ci si vergogna di far vedere. Però in questa prima parte ve ne è forse anche troppo, non per moralismo ma perché non riusciamo bene a capire dove si va a parare. Scene di esuberanza giovanile, rapporti sessuali, droga, rapporti sessuali, ragazzi ricchi e viziati e rapporti sessuali… Tutto qui?

Certo che no, qualcosa di più deve esserci ed in effetti arriva. Appena i genitori in Russia vengono ad apprendere che il loro ragazzo indisciplinato ne ha fatta un’altra delle sue, ovvero ha sposato una prostituta, mettono sulle tracce della coppia tre energumeni russi con l’incarico di provvedere all’annullamento del matrimonio con coercizione. Senza svelare altro vi dico che il film diventa una divertentissima commedia tra il rocambolesco e l’assurdo (con assoluta predominanza della verve e della forza caratteriale di Ani che tiene testa ai tre), tra il Tutto in una notte scorsesiano e le rocambolesche commedie russe di Pavel Longuine e co.

Spassoso ma non senza un senso. Sean Baker, da noi conosciuto principalmente per il bellissimo Un sogno chiamato Florida del 2017 ma autore sicuramente da recuperare anche per le altre opere realizzate, infatti mette nella sua vivace commedia considerazioni sull’amore (i due saranno veramente innamorati od ognuno avrà il suo guadagno dall’unione?), sul corpo usato come scambio per denaro, sulla felicità (esiste? sono i soldi a determinarla?), sulla differenza generazionale (per i giovani uno di 40 anni è già da istituto geriatrico e vogliono divertirsi liberandosi dalle costrizioni famigliari; per le vecchie generazioni i giovani di oggi sono dei nullafacenti molli ed inutili). Senza dimenticare l’umano che è in tutti noi ed il rapporto finale con pianto spezza il cuore senza sdolcinatezze inutili.

Che dire dell’attrice protagonista, premio Oscar pure lei? Mikey Madison, già vista in ruoli non certo così importanti (ad esempio nello Scream del 2022), si può definire solo con una parola: sorprendente. Una perfetta immedesimazione senza pudori di sorta di un’irrefrenabile donna che vuole affermarsi con tutte le sue forze, senza vergognarsi minimamente della sua professione, nella vita contro tutto, tutti e tutte. (voto 7,5)

Citazione di Google, Coca Cola di sfuggita ma presente, abiti Adidas, un’insolita gelatiera Taylor, un’auto Esplanade, Hershey’s, Harley Davidson su un’insegna a Las Vegas e due divertenti citazioni per Kool Aid (quel tizio che è annegato nel Kool Aid…) e Instagram (lo usi? Io ma io sono un adulto!) nel product placement del film.

Stefano Barbacini

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