Avete presente quei sorrisi plastificati e all’apparenza confortanti e accomodanti che spesso vediamo sulle pubblicità o in televisione da parte di alcuni politici? Ebbene Smile ce ne vuol mostrare il “dietro le quinte” e questi diventano un inquietante manifestazione di possessione demoniaca e il sorriso in questione non è più rassicurante di quello del… Joker (in questo senso la palma del più terrificante va sicuramente a Robin Weigert, vedere per credere).
In pratica è questo lo spunto che dà il via all’esordio nel lungometraggio di Parker Finn e alla vicenda della sua protagonista Rose (Sosie Bacon), una psicologa che lavora in un ospedale e crede un sacco alla sua professione tanto da disinteressarsi ai soldi e ha l’unico scopo di aiutare gli altri, che si trova un po’ spiazzata quando le si presenta la giovane Laura: “vedo qualcosa che nessun altro riesce a vedere, mi perseguita ovunque con il suo sorriso e mi ha detto che oggi è il giorno della mia morte”. Si trova impotente e traumatizzata quando la giovane sorridendo si taglia la gola…
Inizia così quella che scopriremo essere una catena “ring-iana” per cui la vita della protagonista è decisamente in pericolo…
Gli obblighi di dover accattivare il pubblico a tutti i costi (quindi jumpscare a volte non necessari e soliti incubi che sembrano realtà…per non “annoiare” il pubblico) appiattisce un po’ lo svolgimento del film che è interessante per come cerca di dare pienezza ai suoi personaggi e atmosfera alla vicenda (anche con inquadrature non abituali come immagini capovolte o diagonali, montaggio di dettagli, amplificazione dei tic…) inserendo osservazioni su traumi passati, situazione sanitaria americana (si cura solo chi ha i soldi per pagarsi l’assicurazione, i medici che non pensano solo ad arricchirsi come la nostra sono una rarità…), ipocrisia dei comportamenti e sui rapporti tra le persone.
Ci viene quasi da dire che tutta la parte “spettacolare” dell’entità demoniaca sia un enorme McGuffin per parlare delle difficoltà personali della protagonista nel rapportarsi con gli altri e quindi un’analisi della fragilità dei rapporti umani.
Nel product placement presente la fa da padrone la Apple con Mac e I-phone (ma anche la concorrenza è rappresentata con un pc Dell), si intravvede la maionese Heiman’s in un frigorifero, la Kia viene guidata dalla protagonista e una Dodge da un coprotagonista, ma la curiosità vintage è un manifesto de Gli spericolati di Michael Ritchie affisso alle pareti di Joel in italiano!