Dopo tanti anni di visioni cinematografiche (al limite del patologico) faccio ancora fatica a capire come alcuni film riescano ad ottenere un’unanimità di giudizio quando dentro di cinema ne abbiano poco o nulla. Il cinema è e deve essere una arte visiva in cui si devono affrontare problemi politici e sociali, lotte alla discriminazione e al razzismo ma sempre tenendo presente di quello che è. Vi deve essere ricerca formale, capacità di coinvolgere lo spettatore, esagerazione (che può essere per eccesso o per difetto...), provocazione.
Vedendo Kim Ji-young: born 1982 che vedo apprezzato in massa dal pubblico del Far East Film Festival Online Edition 2020 mi domando dove si trovano tutte queste cose. Affrontare il problema sacrosanto e assolutamente condivisibile della condizione della madre lavoratrice in una società in cui è considerata ancora sussidiaria all’uomo non significa infarcire l’opera di dialoghi in cui ogni parola va in quella direzione, in cui chiunque parli lo fa mettendoci davanti il problema, arrivando a scene inverosimili (e quindi inammissibili in un film che fa dell’assoluta verosimiglianza il suo scopo) del massacro verbale di alcuni clienti solo perchè alla protagonista cade il caffé in un bar!
Prolisso, piatto, ridondante, senza alcuna sterzata verso una scelta di cinema differente. Solo un lungo elaborato discorso sul problema che libri e articoli hanno e potranno ancora affrontare molto più dettagliatamente e con più completezza. Saggistica appunto, non cinema. Si salvano gli ottimi attori, questo è vero, e la regia è senza sbavature ma troppo attenta a piacere a chi si rivolge, con le sottolineature irritanti della colonna sonora. Da un argomento così importante e “duro” ci sarebbe bisogno di qualche impennata, di qualche sgarbo. Di disturbare.
Non voglio tenerla lunga andando a spulciare nella storia del cinema quanti film (e quanto meglio lo abbiano fatto) abbiano affrontato il tema dandoci veri capolavori, ma solamente limitandomi ad alcune opere presenti dentro a questa stessa rassegna dico che in film non altrettanto apprezzati come l’horror filippino Sunod o l’altro coreano Vertigo argomento simile viene affrontato utilizzando il linguaggio cinematografico, quello di genere il primo, quello poetico-visivo il secondo. Così a mio parere si fa un miglior servizio alla causa e all’arte.
Product placement con Mac Apple in evidenza poi alcune marche di cibi, bevande e elettrodomestici.
Voto Barbacini: 5