Ecco il contraltare del film di Axel Ohman, Window on the world: è questo Verao Danado del portoghese Pedro Cabeleira, come il primo presente al Torino Film Festival 2017.
Il regista è un esordiente quasi coetaneo dello svedese e dimostra senza tante chiacchiere come si possa avere uno sguardo alternativo al mainstream mantenendo però concretezza e centrando il punto. La sua camera segue, senza tanti fronzoli e chiacchiere inutili, le vicende di Chico, il protagonista, dei suoi amici e delle sue amiche. Un gruppo piuttosto esemplare di una gioventù odierna che si sta perdendo tra feste, sesso occasionale, droga e disimpegno assoluto (ed è tutto quello che contiene il film).
Cabeleira ci restituisce un documento, quasi documentario, senza nessun intendo moralistico, semplicemente mostrando e facendoci entrare in un mondo che dietro alla ricerca del piacere e dello stordimento nasconde una perdita di orientamento, un'assoluta incapacità di concretezza.
Il film può risultare irritante, difficile da seguire così senza una vera storia e con una ripetizione continua di vicende sempre simili, ma è un film che, contrariamente a quello di Ohman, non concede nulla all'autoreferenzialità spocchiosa e alla "simpatia".
Un regista che se riesce a variare e ampliare la sua visione è sicuramente da seguire.
Molte brand mostrate nel film. Ma cominciamo con il product placement solo "citato" con ZARA e VODAFONE e quello "passa" su di un tram (COCA COLA). Le brand invece utilizzate dai protagonisti sono APPLE con I-Phone, BILLABONG (tuta) e la birra SUPER BOCK bevuta a litri. Infine un irriverente paragone tra OPEL CORSA e PORSCHE...