Prima della pioggia di recensioni dei film visti al Torino Film Festival che appariranno nei prossimi giorni ecco un resoconto veloce in cui segnaliamo i migliori.
Intanto partiamo dai due fuoriclasse, strettamente consigliati ai cinefili puri e duri. Nella sezione Onde abbiamo visto l'ultimo film di Pedro Costa ormai definitivamente da riconoscere come uno dei migliori registi viventi, il suo Vitalina Varela è un'opera d'arte, un film sulla storia di una donna di Capo Verde che si reca in Portogallo in seguito alla morte del marito che non vedeva da anni, che sembra inquadrato e illuminato da Caravaggio. Poi il Beanpole (Giraffa) di Kantemir Balagov che avrebbe meritato il primo premio (qualitativamente due spanne sopra tutte le altre opere in concorso) ma che si è dovuto accontentare del premio alle migliori attrici (le due splendide protagoniste), un'opera ambientata all'indomani dell'assedio di Leningrado che ricorda gli esordi di Sokurov. Nel gruppo del cinema tosto aggiungiamo anche l'outsider Albert Serra che ha presentato Liberté continuando con il suo cinema che se ne frega altamente dello spettatore per proporre stavolta una notte di sfrenatezza libertina in cui il sesso in tutte le suo forme viene rappresentato graficamente.
Il vincitore del concorso, l'islandese A white, white day è comunque un buon film degno della visione girato da un islandese che ha iniziato la sua carriera come visual artist e si sente. Un film che presenta l'anima vichinga che, come la loro terra, è fredda fuori ma ha all'interno lava bollente pronta ad esplodere. Il regista è quello di Winter brothers recuperato al NIFFF di quest'anno. Premiato dalla Fipresci un altro buon film Le reve de Noura di Hinde Boujemaa, regista belga-tunisina, che ci racconta di una donna con due figli malmaritata che si mette in pericolo per amore di un altro uomo dove questo è un crimine. Da non perdersi, visto che uscirà in Italia la settimana prossima, Cena con delitto/Knives out omaggio ad Agatha Christie e molto di più con protagonista Daniel Craig. Ritorno alla fiction della bravissima Isabella Sandri con Confine incerto, un coraggioso film sul periglioso e ostico argomento della pedofilia. Curioso film anche Los Hoyos/The Platform dello spagnolo Galder Gaztelu-Urrutia, un film di fantascienza distopica con un congengo alla The Cube, qui una strana prigione a strati metafora della società. Classico film della provincia americana degli anni Trenta con tanta polvere e povertà con una Margot Robbie rapinatrice di banche che seduce un giovane fattore per ridar vita ad una storia alla Bonnie and Clyde, il titolo è Dreamland di Miles Joris-Peyrafitte ed è molto godibile. Sorprendente Corneliu Porumboiu che abbandona il "suo" cinema per sfornare un thriller spettacolare di grande interesse con sbalzi temporali ed incastri, La gomera/The whistler. Altro film presente al NIFFF dove ce lo eravamo perso, Abou Leila, un road movie-noir algerino ambientato nel deserto di grande suggestione.
Altri film interessanti per argomentazione e perchè sono ben fatti i tre film "etnici", Ohong Village taiwanese in cui un figlio torna al villaggio natale di pescatori da Taipei dove avrebbe fatto fortuna, Made in Bangladesh che vede un'operaia di una fabbrica sartoriale organizzare un sindacato per i diritti delle donne che lavorano e A febre brasiliano con protagonista un indio costretto a lavorare come guardiano al porto sognando il ritorno al proprio villaggio in Amazzonia. I tre film hanno in comune la stessa problematica, l'impossibilità di vivere del proprio lavoro e seguire le proprie tradizioni a causa del mutato panorama economico in cui denaro e sfruttamento non lo permettono.
Regista interessante è la macedone Teona Strugar Mitevska a cui il festival ha dedicato una personale presentando i suoi cinque film di cui I am from Titov Veles (storia di tre sorelle che vivono in una città in cui si muore a causa di una fonderia che impesta l'aria) ci è parso decisamente il migliore e il cui Dio è donna e il suo nome è Petrunija uscirà in italia (un film "femminista" su di una sgraziata donna sovrappeso che si mette contro le tradizioni maschiliste della religione ortodossa). Gli altri suoi film al TFF: il dramma alla Claire Denis The woman who brushed off her tears, How I killed a Saint, l'esordio ai tempi di guerra, il generazionale tratto da un terribile fatto di cronaca When the day had no name.
Meritano una citazione anche i due film di Abel Ferrara, un documentario puro The projectionist che rievoca il periodo della grande diffusione del cinema di quartiere nella New York degli anni '70 e il docufiction Tommaso semiautobiografico in cui tramite l'alter ego Willem Dafoe il regista racconta della sua vita a Roma, i suoi problemi con la droga e con la moglie.
Storia d'amore stilosa in biancoenero che si svolge nell'ambiente teatrale è l'interessante Hra/The play girato in Repubblica Ceca con bravi (e belli) attori e attrici locali ma da un regista cileno. Intrigante The last porno show che racconta il rapporto difficoltoso tra un figlio e il padre attraverso il mondo del porno (il figlio alla morte del genitore ne eredita il cinema specializzato in film hardcore). Nel mondo degli "afterhours" oltre al film della Sandri segnaliamo Bina/The antenna un fantascientifico/horror turco in cui si ipotizza che tramite le antenne televisive si possa controllare il popolo. Horror d'atmosfera e politico. Algunas bestias è invece un film antiborghese che si svolge su di un'isola in cui incesti, classismo e lascivia si scatenano dietro l'apparente aspetto benpensante. Deludente invece, a mio parere, il film di apertura, Jojo Rabbit, di un Taika Waititi sottotono, una specie di "La vita è bella" che procura solo qualche momento divertente e molto patetismo peloso.
Finiamo citando due film demenziali da non perdere per chi ama il genere. Il film "muto" prodotto da Ulrich Seidl (una garanzia...) ambientato in Stiria tra folklore montano e zombi... Die kinder der toten e il fuori di testa Guns akimbo in cui Daniel Radcliffe (dopo Harry Potter si è dato a film sempre più strani) si trasforma in "Miles mani di pistola" diventando un'involontaria star imbranata di un gioco di sfide omicide in un susseguirsi indiavolato di deliri action.
Altri film: un distopico turco interessante tra blob e Carpenter Bina, il seguito del belga Un re allo sbando, The barefoot emperor tra ironia e fantapolitica non tanto fanta..., un inutile operina francese sull'avvento della drum machine alla fine degli anni '70 Le choc du futur.