in attesa della puntata del Grande Fratello Vip (fra 45 minuti) continuamo con il festival dei partecipanti e dopo Antonio Zequila, Fabio Testi, Valeria Marini ci occupiamo adesso di Barbara Alberti, che più che attrice (La dea fortuna oltre a qualche documentario), è stata soprattutto sceneggiatrice.
Partiamo quindi dal primo "La stagione dei sensi" diretto da Massimo Franciosa nel 1969. Siamo in pieno periodo della contestazione, della liberazione sessuale e di un certo tipo di cinema "psichedelico" e il film parte da una festa sulla spiaggia fra moto, auto, alcool, droga su una canzone di Patrick Samson. Poi arriva mattina e quattro ragazze disinibite (Laura Belli, Edda Di Benedetto, Eva Thulin e Susanne von Sass) sono in motoscafo con due amici mentre stanno andando non si sa dove. Finisce la benzina in prossimità di un isola deserta con un solo castello dove abita un personaggio molto ambiguo (Udo Kier) e loro riescono a farsi ospitare per la notte.
Facciamo un passo indietro: il film non cominciava sulla spiaggia ma con l'omicidio e il successivo occultamento della milf dell'uomo avvenuta prima che i nostri eroi attraccassero sull'isola.
Le donne, nonostante le stranezze dell'uomo, decidono di lasciar andar via gli uomini ed incominciano una "gara al massacro" fra loro per conquistare il padrone di casa.
Luca però è molto strano e le coinvolge sempre di più in giochi malsani ed umilianti fino all'ultimo gioco intellettualmortalestremo.
Di diritto nel filone thriller erotico intellettuale di quegli anni (Femina Ridens giusto per citarne uno), il film che sicuramente avrebbe fatto incazzare al movimento #metoo, oltre che dalla Alberti è stato sceneggiato da Franco Ferrari, Peter Kintzel, Amedeo Pagani e Dario Argento, anche se secondo quanto riportato da "Malizie perverse - Il cinema erotico italiano" di Bruschini e Tentori, la sua collaborazione fu al minimo sindacale.
Nessun product placement se non quello del detersivo Trent nel castello,