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ARTE
2 Marzo 2011 - 19:32

BARBA E DINTORNI

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FESTA DI FAMIGLIA (Teatro)
BARBA E DINTORNI

FESTA DI FAMIGLIA – Produzione teatrale Mitipretese

 

Le quattro bravissime attrici di Mitipretese, collettivo che dei lavori rappresentati oltre alla recitazione cura anche rielaborazione del testo e regia, colpiscono ancora. Già avevano meravigliato riesumando l’inchiesta di Petri (da cui un magnifico film di De Sanctis) Roma ore 11 ed ora si ripresentano con un dramma famigliare tratto da un collage di testi pirandelliani con la collaborazione alla drammaturgia di Andrea Camilleri.

Nessuna paura per Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti e Mariangeles Torres nell’affrontare tali maestri, anche stavolta con inventiva ed una recitazione sempre strabiliante.

L’intreccio di situazioni che vedono tre sorelle prepararsi per andare a festeggiare il compleanno della madre avviene direttamente sul palco con interscambio di spazio scenico e tutti in scena.

La prima delle figlie è una casalinga madre di due bambini e ha a che fare con un marito geloso e prepotente che la prevarica e di cui è totalmente succube, annientata come soggetto.

La seconda è un’attrice che ha problemi a portare avanti un rapporto con il proprio uomo, sempre sul limite del “ti lascio, non ti lascio”, alla ricerca di una libertà che probabilmente è impossibile da raggiungere (i mariti sono interpretati da Diego Ribon e Fabio Cocifoglia e rivaleggiano in bravura con le nostre).

La terza figlia ha problemi di convivenza proprio con la madre che le rimprovera una vita inconcludente ed il passare da un uomo all’altro. Inoltre la genitrice non vuole accettare il dolore della figlia quando le confessa le violenze sessuali subite dal padre.

In tale clima inizia una grottesca festa di compleanno dove tutti cercheranno di sembrare felici non riuscendoci perché i problemi prevaricheranno le buone volontà.

Ancora una volta superlativa la recitazione di Alvia Reale (già lodata in Tutto su mia madre di Leo Muscato) nella parte della madre che non vuole rassegnarsi alla perdita di un marito che l’ha abbandonata da decenni (o fa solo finta di non rassegnarsi?).

Non un momento di noia anche perché la regia riempie la piéce di intermezzi cantati (tutta la compagnia canta sorprendentemente bene), momenti di metateatro, citazioni divertenti (come quando un genero accusa la suocera di parlare come “un personaggio di Pirandello”), e interazioni con il pubblico.

Product placement “accidentale” (ma non è certo la parola giusta dato che nessuno obbliga gli autori ad inserire brand in un testo anche solo per rendere un’idea o fare una battuta divertente, quindi nulla è veramente accidentale…) quando viene invocato l’AMARETTO DI SARONNO o quando per scimmiottare un francese maccheronico vengono citate le lamette GILLETTE.

 

Stefano Barbacini

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