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27 Febbraio 2011 - 23:32

BARBA E DINTORNI

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Se tutto va male divento famoso
BARBA E DINTORNI

SE TUTTO VA MALE DIVENTO FAMOSO – Gabriele Pignotta (Teatro)

 

Gabriele Pignotta è un autore che ormai da qualche anno alterna televisione e teatro. Con i suoi spettacoli porta sui palcoscenici (scrivendo, interpretando e dirigendo) temi che affrontano la modernità e i problemi della società cercando di divertire e far pensare contemporaneamente. Questo “Se tutto va male divento famoso” volge il suo sguardo su di un quartetto di quarantenni colleghi di lavoro in una multinazionale. Dal lavoro, a cui dedicano tutto il loro tempo, ottengono sicurezza economica a discapito dei loro sogni che hanno abbandonato fin dai tempi di fine scuola, nel caso specifico erano la possibilità di diventare star della musica in una banda rock. Il licenziamento di tutti e quattro da parte dell’azienda li spronerà, dopo vari tentennamenti, a ritentare la strada artistica riprendendo in mano la loro vita.

Pignotta mette in campo tutto quanto la società italiana (e non solo) sta palesando nel mondo del lavoro dal precariato, alle frodi finanziarie, all’insicurezza economica, alla competizione, alla difficoltà di farsi una famiglia. Tutto questo utilizzando un linguaggio giovanile e moderno che coinvolge ricerche con VIRGILIO, FACEBOOK, YOUTUBE, E-MAIL, giochi con la PLAYSTATION, i calendari di MAX e i talent show televisivi.  Gli attori cantano anche dal vivo la canzone pop-rock (che ricorda i gruppi tipo Tiromancino o Negramaro) che dà il titolo allo spettacolo e che rappresenta il riscatto dei quattro contro la società che li stava mettendo da parte.

Il tentativo di invitare gli spettatori a farsi domande sulla nostra società, in cui solo denaro e fama hanno importanza, e alla ribellione ad una condizione di vita fatta di lavoro e rinuncia (per poi oltretutto non essere neppure considerati più che strumenti di guadagno per le aziende, sacrificabili in ogni momento) incitando ad una resistenza creativa, è sicuramente apprezzabile ma lo scrittore-regista non riesce ad andare oltre una riproposizione della commedia sociale scialba che il cinema italiano ci propina continuamente tra qualunquismo e superficialità, non facendosi neppure mancare la voce esterna narrante che rimembra i bei tempi andati (ah partire in tourné a bordo di un furgone VOLKSWAGEN!) e i ricordi della giovinezza.

Abbiamo veramente bisogno di portare i difetti del nostro cinema anche a teatro (Salemme docet)?

Product placement sul palco con BIRRA PERONI e HELL BEER. Varie citazioni di SKY (per cui Pignotta ha lavorato) e VODAPHONE, ma soprattutto per MC DONALD’S (quanto piace ai bambini!)

Stefano Barbacini

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