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13 Febbraio 2011 - 22:24

DYS TEATRO

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Gaspare e Zuzzurro
DYS TEATRO

NON C’E’ PIU’ IL FUTURO DI UNA VOLTA – Gaspare e Zuzzurro

 

Era un po’ di tempo che non si sentiva parlare di Gaspare e Zuzzurro, duo di comici attivi da 35 anni che dopo aver azzerato le presenze in televisione, dove erano assai presenti fino a una quindicina d’anni fa, hanno visto diminuire drasticamente la propria popolarità confinata alle scene teatrali.

“Non c’è più il futuro di una volta” con la regia di Andrea Brambilla (Zuzzurro) è uno spettacolo che i due portano in giro da un po’ di tempo e il testo riguarda proprio il potere quasi assoluto da parte della televisione di portare fama e ricchezza ai personaggi a cui dà spazio indipendentemente dalle loro reali qualità. Una volta usciti dal giro si perdono soldi e popolarità.

Proprio una chiamata da parte di un direttore di rete che invita il duo al ritorno in televisione, rappresenta l’inizio dello spettacolo che è ambientato in un internet bar di proprietà di Gaspare. Zuzzurro sarà scettico alla notizia del collega sulla possibilità di un loro ritorno perché non si riconosce più nella televisione di oggi e tutto lo show sarà incentrato sullo smontare da parte dell’uno le idee “innovative” dell’altro, Gaspare, per svecchiare gli sketch da portare in tv. Quindi ironia e scetticismo su quello che ci ha portato di veramente utile la tecnologia e quello che ci aspetta nel futuro con due ore di battute sui giovani d’oggi, sugli anziani che non si rassegnano alla vecchiaia, sul mondo del web e una buona prova recitativa di entrambi i comici ma soprattutto di Zuzzurro che si trasforma continuamente  in scena nei personaggi che sbeffeggia. Alla fine i due scopriranno che la convocazione riguarda una loro partecipazione ad un reality e, delusi, torneranno a rispolverare il trench del commissario e gli sketch da giullari (ma non da buffoni) che gli hanno dato fama in passato.

Nel vortice di parole rovesciate contro i falsi miti di oggi e la pubblicità televisiva, vi sono le dissacrazioni degli spot BEGHELLI, ROVAGNATI, IKEA, le citazioni di firme come ARMANI e DOLCE e GABBANA a rappresentare il vuoto “fighettismo” snob odierno, il computer APPLE confuso con il PCI (il partito) e, nella parodia di Biancaneve finale, vecchio sketch rinnovato, la protagonista della fiaba in attesa del principe azzurro, se ne sta addormentata in una bara di SWAROVSKI.

Citiamo tra tutti il divertente passaggio iniziale, disamina ironica ma non banale della situazione economica che vede la povertà avanzare anche tra ceti della piccola borghesia, in cui Zuzzurro prende in giro quelli che trovavano “in” fare la spesa solo alla RINASCENTE ma, ora che non hanno più i soldi per farlo, dichiarano sorpassato quel luogo e invece alla moda andare alla LIDL!

Stefano Barbacini

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