TELEVISIONE
30 Settembre 2010 - 04:11
Trio lescano
E il product placement d'epoca
E' andato in onda su Raiuno le ragazze dello swing, film per la tv in due puntate, prodotto dalla Casanova Multimedia in collaborazione con Rai Fiction e con la Torino-Piemonte Film Commission. La storia ripercorre la storia del trio Lescano durante il successo in Italia anche, se secondo alcune fonti, alcune delle cose sono state troppo romanzate. Essendoci comunque ancora dei misteri dietro a tutte le vicende, prendiamo la storia così come ci è stata raccontata. Anni '30 all'EIAR-Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (in pratica futura RAI) dei dirigenti vorrebbero competere con le Boswell Sisters (gruppo swing americano formato da tre sorelle Constance Foore, Helvetia e Martha in attività dal 1925 al 1935), ma non hanno niente sottomano. Intanto a Torino arrivano tre sorelle olandesi con la speranza di far carriera. Dopo un periodo passato a lavorare in un ristorante di lusso, vengono ingaggiate da un capocomico di un'infima compagnia teatrale e successivamente da uno dei manager (il più maneggione) dell'EIAR. Arrivano così ben presto al successo ma, nel frattempo arriva anche la guerra e, loro sono ebree. Interpretato da Andrea Osvart, Lotte Verbeek e Elise Schaap nei panni delle tre sorelle, il film è interessante per riscoprire un pezzo di storia dello spettacolo italiano e ben girato, anche se di tanto in tanto risulta noiosetto e con attori (primo fra tutti il bravo Battiston) troppo caricati. Poco si può dire anche per quanto riguarda il product placement visto che tutto o quasi è sparito (il Rex duca di Savoia è affondato e la società di navigazione chiusa, la Berna chiusa, e la domenica del corriere idem) certo ci sono quelle di rimando EIAR - RAI, His Master's Voice - EMI e così via. A noi sono piaciute le figurine dei quattro moschettieri del programma di Nizza e Morbelli e del famoso concorso che con 150 album finiti si vinceva la Topolino, ovvio pensare a Buitoni-Perugina, ma forse questo vale solo per noi che lo facciamo per mestiere
Max Renn II
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