E' partita su Foxcrime la prima stagione di Blacklist che si preannuncia essere molto interessante.
Un uomo si presenta nella sede dell'FBI dicendo di essere Raymond Reddington, una delle persone più ricercate del pianeta. Subito blindato in un buco nero (una ex sede dell'Unites States Postal Service ora rifugio segreto dell'FBI, il massimo del product placement per USPS, infatti lo chiamano confidenzialmente l'ufficio postale), l'uomo, che si rivela essere un concierge del crimine, dice di avere un interesse comune con l'FBI, cioè quello di catturare un pericolo terrorista pronto a rapire la figlia di un generale e a piazzare una bomba chimica nel centro di Washinghton, ma che è pronto a collaborare solo con Elisabeth Keen, una giovane profiler dell'FBI, "casualemente" al suo primo giorno di lavoro.
Poco per volta ci si rende conto che tutto quello che sa Reddington si avvera e man mano che l'FBI si trova con le mani legate, lui acquista sempre più immunità, privilegi (geniale lo scambio di battute "Non crederà che la sistemeremo allo Sheraton" "Risparmi i punti fedeltà agente, io viaggio su hotels di un altro livello", forse non troppo lusinghiero per la catena Sheraton, ma pur sempre product placement), e controllo delle operazioni della squadra.
Il bello è che Reddington ha una lista con i nomi dei più pericolosi criminali, gente di cui neanche la CIA suppone l'esistenza ed è pronto a consegnarli uno dopo l'altro in cambio di piccoli favori e per uno scopo che, penso, verrà forse svelato fra svariate serie (c'è già in cantiere una seconda stagione).
Dopo il terrorista ceceno creduto morto che in realtà volava su un volo united nel corso delle prime cinque puntate ha sistemato il freelance capace di provocare tragedie pur di colpire l'obiettivo e una finta filantropa in realtà a capo di un'organizzazione criminale il tutto sotto gli occhi del canale News 4 NBC, Wuijing pericoloso hacker e terrorista cinese che ha attrezzature Sony Vaio, lo squagliatore di cadaveri affidato ad un canadair, e un supercorriere preso grazie ad un Ford serie F.
La cosa bella è che ognuna di queste operazioni gli servono a qualcosa che è ancora oscuro, cosa che fa entrare di diritto Raymond Reddington fra i geni del male o del bene come Arvey Sloane e Harold Finch