Si è svolto come ogni anno il Torino Film Festival con una particolarità: il ritorno dei film in città, dopo il periodo del Multisala Pathè al centro commerciale del lingotto.
Una buona scelta che però ha costretto i cinefili più accaniti a numerose camminate per le vie della città.
Fra i film presentati meritano sicuramente una menzione speciale la versione americana di The Grudge e il bellissimo e sanguinolento Toolbox murders di Tobe Hooper, entrambi con poche ma significative marche all’attivo: il primo con Google che aiuta la Gellar a risolvere il mistero, il secondo con il detersivo Blast presente quando Angela Bettis fa il suo primo incontro col vecchio attore che a sua volta l’aiuterà a risolvere il mistero.
Sul lato del film fantastico qualche delusione è arrivata dall’oriente con Dead end run, film di Ishii Sogo su tre fughe senza scampo dove a farla da padrone è la videocamera Pioneer con la quale il regista riesce a dare un’atmosfera surreale, Hypnotized, film di Kim In-sik su di uno psicologo “bastardo” che ipnotizza una donna tramite il suo cellulare Samsung, e The beautifull washing machine di James Lee, filmetto abbastanza palloso su di una lavatrice Electrolux che si trasforma in donna.
Interessante anche il film filippino “girato fra amici” di Jon Red dove un killer uccide uno dopo l’altro tutti i suoi colleghi. Il film si chiama Astigmatism, è girato in soggettiva ed è ricolmo di marlboro e il colossal in digitale (con attori) giapponese Casshern, purtroppo senza marchi.
Per quanto riguarda gli omaggi. Sicuramente il più interessante è stato quello fatto al regista brasiliano Rogerio Sgarzella. Fra i film proposti il delirante O Abismu con Cadilac e La mulher de todos con Coca-Cola e Playboy