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3 Marzo 2010 - 16:50

INVINCIBILE CLINT

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INVINCIBILE CLINT

Esce il 26 febbraio 2010 nelle sale italiane "Invictus", l'ultima fatica di Clint Eastwood.

Il film e le interpretazioni non deludono le aspettative. Il regista di Million Dollar Baby e Gran Torino, solo per citarne alcuni tra i più recenti, ci regala uno straordinario Morgan Freeman nei panni di Nelson Mandela e un altrettanto grande Matt Damon nelle vesti del capitano degli Springboks Francois Pinaar. La storia (vera) è un adattamento cinematografico del romanzo di John Carlin "Ama il tuo nemico": è ambientata in Sudafrica nel 1995, anno in cui questo stesso Paese vinse i mondiali di Rugby "in casa" nel famosissimo Ellis Park (il nome odierno è Coca Cola park dove si svolgeranno i  prossimi mondiali di calcio). Ma il 1995 non è solo l'anno della vittoria della squadra di Rugby del Sudafrica, è anche l'anno successivo all'insediamento di Nelson Mandela come presidente della nazione.

Come conciliare il progetto della" Nazione Arcobaleno" tanto voluto da Mandela con gli occhi del paese puntati sugli Springboks, squadra di bianchi e indiscusso simbolo dell'apartheid? I quasi tutti bianchi tifosi degli Springboks odiavano Mandela, così come i neri odiavano quella squadra. Un odio che, in una delle scene chiave del film porta l'African National Congress a votare per l'abolizione della squadra, in nome di un sentimento di vendetta con cui Mandela si trovò a lottare. Ma fu proprio Mandela a evitare quella decisione, con sgomento dei suoi sostenitori. l'African National Congress, ancor più dell'avversione dei bianchi, era il vero ostacolo contro cui Mandela si trovò a lottare.

Mandela ci riesce. Riesce nell'impresa titanica di rendere la squadra simbolo dell'intero Paese, di bianchi e neri. Riesce nelle riconciliazione. Instaura un rapporto di fiducia con Francois Pinaar, coinvolge chi detestava quella squadra e, tutti insieme, gioiscono il giorno della vittoria. Vittoria di una questione umana prima che sportiva.

Il nuovo presidente non si è fatto intimorire dal rischio di perdere consensi e dice"il giorno che avrò paura di rischiare non sarò più adatto ad essere il Leader".

Ma veniamo al nostro Product Placement. Riesce Clint Eastwood a vincere anche in questo campo? Ricordiamolo: Million Dollar baby era stato un ottimo esempio di Product Placement per l'azienda sportiva Everlast. Anche in "Invictus" ci sono inserimenti molto interessanti, tre di questi sono espliciti e tutti brand molto noti in Africa: in ordine di visibilità abbiamo lo spot sulle magliette dei giocatori, ben leggibile, ossia la birra prodotta in Zimbabwe " Lion Lager". Diversi primi piani sono per l'autobus su cui viaggiava la squadra "Elwierda", marca Sudafricana dei mezzi di trasporto.  Altro inserimento degno di nota è la Vodacom, compagnia telefonica del Sudafrica, ben leggibile nei diversi stadi in cui avvengono le partite durante tutto il film. La compagnia Vodacom è molto nota del mondo del Rugby visto che dal 1998 a cadenza annuale, si gioca un torneo molto importante chiamato appunto Vodacom Cup.

L'ambientazione nello stadio , rende facile l'inserimento di molti Brand, visto che anche nella realtà gli stadi sono stracolmi di pubblicità; oltre a marche " del posto" ce ne sono ovviamente anche molte internazionali come Toyota, Shell, Heyneken, Sony, Coca Cola. Clint Eastwood ha ricostruito scene reali, quindi stadi veri e marche vere. Tra le foto della partita vera, ne abbiamo trovata una che mostra, sfacciatamente, una discutibile pubblicità alle sigarette "Gauloises Blonde" che ovviamente il regista americano non ha potuto riproporre nella sua pellicola. Categoria merceologica da evitare, soprattutto per non inquinare la qualità di un film dalla tematica così importante come "Invictus" in cui il vero messaggio che deve arrivare, aldilà di buonismi e formalità, è la grande forza e nobiltà d'animo di un uomo come Mandela che "Padrone del proprio destino e capitano della sua anima", perdona decenni di odio razziale stravolgendo le sorti di un paese diviso.

Giulia Lamonaca

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