Il primo film della saga arriva nel 1975. Doveva essere un film di Pietro Germi che però muore il 5 dicembre del 1974 e così il film passa a Mario Monicelli che sceglie di spostare l'ambientazione da Bologna a Firenze. 

Il barista Necchi (Duilio Del Prete), l'architetto Rambando Melandri (Gastone Moschin), il giornalista de La nazione Giorgio Perozzi (Philippe Noiret), il professor Sassaroli (Adolfo Celi) e il conte decaduto Lello Mascetti (Ugo Tognazzi), sono 5 amici il cui divertimento è quello di fare delle zingarate, cioè degli scherzi più o meno crudeli ai danni di sconosciuti, di nemici occasionali o di interi paesi. Geniali i discorsi di Tognazzi "Antani, come se fosse antani, anche per il direttore, la supercazzola con scappellamento, a destra per due.", lo scherzo al paesino dove si deve far passare l'autostrada, gli schiaffi del treno (ripresi fra gli altri anche nel '400 in A spasso nel tempo), Moschin che vede la Madonna e, in assoluto, la scena del vasino. Ma il film è anche amaro e alla fine la sua visione della vita (sotto le zingarate) è anche triste.

Tantissimo il product placement in pieno stile commedia all'italiana ma anche qualcosa di più. Nel bar di Necchi, ma non solo, ci sono i classici Crodino, Peroni, Algida, Cynar e Fernet. Fra le quasi 40 marche presenti si distinguono Esso come distributore location fissa, la nazione dove lavora Perozzi, l'hotel Porta Rossa di Firenze (lo stesso de La sindrome di Stendhal) e due letture assolutamente fuori dal comune: Famiglia Cristiana per Tognazzi, completamente fuori da ogni analogia con il personaggio e Topolino letto da Silvia Dionisio, sicuramente in target ma lo legge senza mutande.

Segue Amici miei atto II