Una pittrice si sveglia una mattina con una telefonata sul cellulare Nokia. Si prepara la colazione con caffè Kimbo in moka Bialetti e dice all'amica coinquilina che deve fare una cosa importante in giro per musei.
La donna esce e al Madre - Museo d'arte contemporanea donna regina Napoli - viene avvicinata da un giornalista che la affascina, parlando dell'arte e della sua bellezza. Lei decide allora di seguirlo nella visita agli altri musei d'arte moderna della città partenopea. Così i due proseguono per il Pan - Palazzo delle arti di Napoli - e al Castel Sant'Elmo alla mostra Napoli Novecento fino ad arrivare in riva al mare, li i due si fermano, poi tutto cambia.
L'arte d'amare che verrà presentato al PAN di Napoli il 27 di questo mese, è un film dal doppio significato che parte ovviamente dal saggio di Erich Fromm (che compare nella camera da letto) e dalla storia d'amore della protagonista che comincia dai corridoi del museo (scena che ricorda vagamente la famosa scena di Dressed to kill di De Palma ripresa a sua volta da Vertigo di Hitchcock) e "finisce" in riva al mare quasi a rincorrere le rayon vert di Rohmer (e a sua volta Verne).
Ma l'amore folle è solo la scusa e l'indizio nascosto argentianamente dagli autori sta nel titolo e nel doppio apostrofo che lo differisce dall'originale (anche per questo il libro viene furbescamente posizionato con "indifferenza" in due punti del film). Il vero soggetto è l'amore per l'arte e la volontà di salvarla.
Tutto il corto diretto da Filippo Filetti ma scritto e prodotto da Danila Iacomino (che compare in un ritratto) rivendica la voglia di arte e il desiderio di salvarla. Si parte dai quadri e dal lavoro della protagonista al vero product placement / location placement che sono i musei e la stessa città di Napoli. Anche i dialoghi sono pieni di allusioni. Fra le tante quella riferita alla riapertura di un sito e che qualcosa sta cambiando. Sui titoli di coda la vera intenzione dell'autrice: "L'arte è emozione. L'emozione è vita. Fare i tagli alla cultura, vuol dire mutilare la vita stessa." Per un corto indipendente autofinanziato a due passi da Pompei non è poco.
175-174 Turri i padri di Maria