LA BANDA VALLANZASCA - Mario Bianchi (1977)
Nel 1977 nel bel mezzo del caso di Renato Vallanzasca (verrà arrestato il 15 febbraio 1977) escono due film chiaramente ispirati alle imprese del "Bel René": La belva col mitra di Sergio Grieco (di cui vi ha appena parlato Barbacini) e La Banda Vallanzasca di Mario Bianchi con Enzo Pulcrano, Liliana Chiari, Stefania D'Amario e Paolo Celli.
C'è da dire che entrambi i film, pur ispirandosi chiaramente alle gesta del bandito (soprattutto La Belva col mitra) dichiararono persino sui flani dei giornali che "Anche se la violenta drammaticità dell'azione potrebbe farlo pensare ogni riferimento al caso Vallanzasca è da ritenersi puramente casuale" e, probabilmente anche il nome della banda nel caso di questo poliziottesco è involontario.
Tutto comincia al carcere di Regina Coeli via della Lungara a Roma durante un colloquio con i parenti. Un clone sfigato del trucido di Tomas Milian dice che rischia la morte in carcere, una macchietta gay dice al fidanzato che in carcere viene trattato molto bene e un uomo dice alla vecchia madre "Ah mamma va a battere, va a fare tante markette che me devi trovare i soldi per uscire da qui se no ti ammazzo".
Da perle così non è difficile individuare la regia in Mario Bianchi, regista di genere italiano che è riuscito a rovinare ogni genere che ha toccato dal poliziottesco Napoli: i 5 della squadra speciale, allo spaghetti western Mi chiamavano Requiescat... ma avevano sbagliato, all'erotico La cameriera nera, al gotico La bimba di Satana, al comico "liceale" Biancaneve & Co. regalandoci ogni volta una nuova rivisitazione del genere talmente trash e inguardabile da diventare cult, fino ad orientare la sua carriera definitivamente all'hard dopo la scoperta di Marina Lotar / Frajese.
Anche con questo poliziottesco il nostro Kubrick nazionale non poteva deludere. Dopo la parentesi comica il carcerato che rischiava la vita viene spostato di cella e al posto del gay e del bamboccione viene messo con due "pericolosi" criminali che si confessano innocenti così da poter mandare la squadra della morte ad uccidere Milian più facilmente (ma perchè?). Come volevasi dimostrare approfittando dell'operazione i due poveri innocenti prendono il sopravvento sullo squadrone della morte e riescono ad uscire dal carcere, a rubare una macchina e a fuggire.
Non sapendo bene cosa fare vanno nella villa di un capo mafia (di cui probabilmente conoscevano l'indirizzo anche se lui non sa chi sono) mentre si sta sposando convincendolo che vogliono comprare delle armi.
Casualmente nella cantina della villa sotto le casse Pejo e Sperone c'è l'arsenale fatto di kalasnikov, Smith & Wesson e Walther PPK. A questo punto i due hanno la brillante idea di prendere il sopravvento sulla festa e rapinare il boss mafioso (geni!). Dopo aver ammazzato un paio di picciotti vengono bloccati e il film starebbe per finire se non facesse il suo ingresso nella villa un commando (Camorra? 'ndrangheta? Spectre?) arrivato apposta per salvare i due.
I nuovi amici li proteggono, li nutrono, li armano e li vestono e i due per riconoscenza decidono di tradire anche loro. Purtroppo, una pattuglia della polizia li ferma per eccesso di velocità e uno dei due decide di uccidere i due poliziotti finendo a sua volta ucciso. Il superstite torna dalla banda e dice la prima vera perla: "Non è successo niente di particolare, cose che succedono tutti i giorni: ho ammazzato un paio di poliziotti e loro hanno ammazzato Nico. Due a uno per me e il conto torna. Adesso ho voglia di scopare. Succede sempre così dopo" (Ah già dimenticavo la parentesi erotica non poteva mancare)
Fatto questo viene coinvolto in uno strano rapimento e fra product placement strani (gli agguati nel distributore Esso) le Marlboro fumate dai cattivi, il solito J&B, il secondo tempo si trasforma in un clone del La Orca di Eriprando Visconti (dove il rapitore lo faceva Michele Placido e tutto torna. n.d.r.) ma molto più palloso. Alla fine dopo vari doppiogiochi anche lui verrà ucciso.
Il film finisce con il commento del commissario al magistrato (o viceversa): "Ormai stiamo al Sud America. Il nostro paese si sta staccando sempre più dall'Europa, sempre più" "La stessa situazione dell'Uruguay del '73. Un partito corrotto, una sinistra forte, organizzazioni clandestine sempre più audaci, un'opinione pubblica sconvolta da sequestri e delitti come questo, l'aumento vertiginoso della vita. Prima arrivarono le leggi speciali, poi intervenne l'esercito nei servizi di ordine pubblico alla fine si presentò alla ribalta l'uomo nuovo..."
Che volete di più? Altro che la versione di Placido