THE BIG BANG THEORY – Serie TV (creata da Chuck Lorre e Bill Prady)
Non sono mai stato un grande fan delle sit-com e non ne guardo molte. Il motivo è dato dal fatto che questo tipo di show è basato quasi esclusivamente sulla qualità dei dialoghi e sulla simpatia degli interpreti, mentre personalmente sono più interessato alle serie tv che abbiano una trama corposa e, soprattutto, approccio visivo non banale, vuoi cinematografico.
E’ con diffidenza che quindi, su consiglio di amici, ho approcciato la serie “The big bang theory” e… c’est le shock!
Era dai tempi di Archie (“Archie Bunker’s Place” – 1979-1983) che non ridevo così tanto!
Seguiamo le vicende di quattro nerd supersapienti (due sono dei fisici, uno un astrofisico ed il quarto un ingegnere meccanico) che sognano il nobel per la scienza e passano il tempo libero a giocare con i videogame sui loro computer APPLE e DELL, a partecipare alle simulazioni di guerra (perdendo regolarmente contro dei bambini) e a visionare film di fantascienza.
La loro vita da “sfigati” prosegue tranquilla, cadenzata dalle manie di Sheldon, il più erudito e presuntuoso dei quattro ma anche il meno adattabile alla vita comune, pieno di fisime e piccole certezze che impone agli altri.
Il loro tempo libero è “calendarizzato”, ogni giorno fanno colazione con MINI BITES (sempre presenti nella cucina dei nostri), hanno un locale deputato dove andare a mangiare per ogni sera e dove ordinano sempre le stesse cose in maniera ripetitiva di settimana in settimana, e così è anche per le serate in cui si trovano a giocare ai videogame, sempre gli stessi e sempre nelle giornate decise per quello scopo.
Insomma dei noiosi, insopportabili giovani già vecchi.
Sheldon e Leonard condividono lo stesso appartamento perché, si sa, la scienza darà pur prestigio sociale ma non ricchezza, e questo fa da base per le riunioni con gli altri due, Rajesh, un indiano (nel senso di emigrato dall’India) supertimido che quando incontra una donna non riesce neppure a parlare, e Howard, un ebreo che è esattamente il contrario, il tipico sbruffone che ci prova (con scarsi risultati) con qualsiasi donna.
Quando nel condominio (fin dalla prima puntata invero) arriva la nuova vicina Penny, ragazza normalissima, bionda commessa ingenua e non colta come i vicini di pianerottolo, ma tutt’altro che stupida, ne nasce un contrasto comico tra il mondo esclusivo dei quattro scienziati e la freschezza e la genuinità della donna.
Leonard, che dei quattro è il più “normale” se ne innamora subito (ma è troppo impacciato e timido per manifestarlo direttamente all’interessata) venendo visto con dispetto da Sheldon che trova l’intrusione di Penny nella loro vita come un inutile fastidio.
La serie si basa sulla consulenza del cattedratico della University of California David Saltzberg che si presta a fornire i termini scientifici con cui si caratterizzano i quattro personaggi maschili i quali anche per una cosa semplice come montare un mobile IKEA e per decidere come avvitare una vite scomodano come minimo la teoria dei quanti, oppure compiono esperimenti su come cuocere un uovo o far diventare luminoso un pesce in un acquario. I titoli degli episodi della serie sono piuttosto indicativi di quel che vi troveremo dentro: “L’anomalia della pastella per le frittelle”, “La reazione delle arachidi”, “Il paradosso del raviolo a vapore” ecc…
Come detto tutto lo show gioca tra il rapporto dei nerd con il mondo “normale” a cui sono decisamente estranei. Un solo esempio: ad un certo punto Penny viene invitata a giocare ad HALO (un gioco per computer) per sostituire uno dei quattro, la risposta di lei è: “no grazie, io preferisco vivere!”
L’apice lo si ha nello “scontro” continuo tra la leggerezza di Penny (interpretata da una Kaley Cuoco irresistibile nella parte della ragazza semplice ma dalla risposta pronta) e la “pesantezza” dell’incredibile Sheldon (un Jim Parson che sembra nato per questa parte), maniacale osservatore delle proprie abitudini e castigatore di quelle disordinate degli altri.
Una serie con intuizioni geniali e decisamente divertente.
Oltre alle marche citate i nostri bevono anche RED BULL e COCA COLA LIGHT e fanno la spesa al WALL MART di cui un grosso scatolone è utilizzato per il trasloco di Penny.